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San Raffaele sul baratro Avviati i licenziamenti

La presidente della Regione Lazio Renata Polverini

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Nonostante le rassicurazioni della governatrice Polverini, non accenna a rientrare la crisi del Gruppo San Raffaele, che il prossimo 15 aprile cesserà ogni attività sanitaria. «La Regione, come sanno anche i dipendenti e la proprietà del San Raffaele, sta lavorando da tempo sulla questione - assicura la Polverini a margine della presentazione dei Tevere Rangers - Non c'è solamente un problema di contenzioso economico, ma stiamo cercando, e riusciremo, a dare una risposta perché nessuno rimanga senza lavoro e senza assistenza». Rassicurazioni che sinora non si sono tramutate in fatti. Ad oggi, la Regione non ha mosso alcun passo verso il Gruppo San Raffaele della famiglia Angelucci, che prosegue le procedure di chiusura. Ieri i vertici Tosinvest hanno incontrato Cgil, Cisl, Uil e Ugl e le rappresentanze sindacali aziendali per comunicare l'avvio delle procedure di mobilità per i 3.171 lavoratori. Ieri sono partite le lettere di licenziamento per i dipendenti - medici, paramedici e impiegati - delle diciassette case di cura del Lazio e della struttura sanitaria di Sulmona, investita in via incidentale dalla crisi economica che ha investito il Gruppo. Contestualmente, anche ai collaboratori è stata comunicata la cessazione di ogni rapporto a decorrere dal 15 aprile, data di chiusura dell'attività sanitaria del San Raffaele. I sindacati, dal canto loro, oggi comunicheranno al prefetto l'inizio dello stato d'agitazione. «La situazione insostenibile che si è creata al Gruppo San Raffaele rende più che mai necessario un intervento risolutivo, per questo l'Ugl ha richiesto un incontro urgente alla Regione Lazio», dice il segretario regionale Ugl Sanità, Antonio Cuozzo. Per evitare una catastrofe di dimensioni «doppie» rispetto ad Alitalia (3.171 lavoratori senza più un posto e 2.283 pazienti senza un posto letto e senza alcuna possibilità di essere ricollocati nell'ambito del Servizio sanitario regionale, ormai saturo) e per tutelare gli oltre «5.000 utenti che tutti i giorni usufruiscono delle prestazioni ambulatoriali del Gruppo», ieri si è costituito il Comitato per la Difesa del San Raffaele e che ha già raccolto circa 6.000 firme. «Sono state già inviate le lettere di licenziamento a tutti i lavoratori - si legge in una nota del Comitato - e stiamo assistendo alle scene di disperazione di coloro che le hanno già ricevute». Per non parlare poi del «blocco degli stipendi». Un dramma sociale, oltre che sanitario, che a questo punto solo la governatrice Polverini può scongiurare. Il San Raffaele chiede il pagamento delle prestazioni - bloccato da due anni - e l'intesa sulla riorganizzazione del Gruppo, fondamentale per lo sviluppo delle strategie future. «Sul San Raffaele la situazione è complessa ed è legata anche a vicende di natura giudiziaria. Vogliamo risolvere la questione ma c'è bisogno del tempo e delle risorse. Il San Raffaele chiede 150 milioni di euro. Il Santa Lucia ne chiede 92: questa cosa non si può risolvere all'improvviso», chiarisce però il vicepresidente della Regione Luciano Ciocchetti.

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