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Il pasticcio dell'emergenza arsenico

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seguedalla prima di cronaca di DARIO MARTINI Ma non si è fatto in tempo. Così sono arrivate le ordinanze di non potabilità. Il primo Comune in provincia di Roma ad attivarsi è stato quello di Velletri che ha giocato d'anticipo: il 25 novembre ha «chiuso» i rubinetti. Quattromila veliterni hanno iniziato a convivere con le autobotti. Unità di crisi A inizio 2011 a Velletri i valori di arsenico sono scesi sotto i 20 mg/l. L'ordinanza stava per essere ritirata. Ma pochi giorni prima, il 30 dicembre, l'assessore regionale all'Ambiente, Marco Mattei, faceva sapere che era stata istituita l'unità di crisi tra Province, Asl e gestori idrici. Allora anche gli altri Comuni hanno cominciato ad attivarsi. In alcune zone di Civitavecchia è scattato il divieto, ma solo per i bambini fino a 3 anni e le donne incinte. Il 2 febbraio Velletri ha deciso di ritare l'ordinanza. Ma nello stesso giorno il sindaco di Bracciano ha introdotto i serbatoi per circa 1.500 persone. Il 9 febbraio anche il Comune di Anzio ha emanato la propria ordinanza antiarsenico. Polverini commissario Ma è il 17 febbraio che l'allarme è diventato ufficiale. La presidenza del Consiglio dei ministri ha nominato la governatrice Polverini commissario per l'emergenza arsenico nel Lazio. Emergenza che riguardava 21 Comuni. Le zone maggiormente coinvolte si trovavano a Velletri, Bracciano, Civitavecchia, Lanuvio, Genzano, Trevignano e Mazzano. In misura minore anche ad Anzio. Il 23 febbraio l'Asl RmH ha invitato alcuni Comuni dei Castelli (Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio, Lariano e Velletri) a prendere provvedimenti. «Acqua fuorilegge» L'assessore Mattei il 24 febbraio, appena un mese fa, ha dichiarato: «Siamo in piena emergenza, l'acqua oltre i 10 mg è fuorilegge». Tutti i Comuni che ancora non si erano mossi hanno fatto scattare i divieti di potabilità. Fine emergenza Poi il colpo di scena. Il ribaltone del 22 marzo, una settimana fa. La Commissione europea ha concesso la deroga a 20mg di arsenico per litro fino al 31 dicembre 2012. I 21 Comuni della provincia in emergenza sono stati salvati. Non appena la Regione farà propria la decisione Ue, si potrà tornare a bere l'acqua. Ma c'è un'eccezione: il divieto resta per i bimbi con meno di 3 anni e le donne in gravidanza. Il commissario europeo all'Ambiente, Janez Potocnik, ieri è stato chiaro: «La deroga concessa alla Regione Lazio per il tasso di arsenico contenuto nell'acqua potabile è stata valutata sulla base di dati scientifici dell'Organizzazione Mondiale della Sanità». Eppure, la Commissione cinque mesi fa aveva deciso di non concedere ulteriori deroghe, proprio in base agli stessi dati della Oms. Infatti, i livelli di arsenico fino ai 20 mg/l sono ammessi solo per un periodo «temporaneo». Temporaneità che a ottobre scorso era considerata scaduta. Oggi non lo è più. Il direttore del Dipartimento Prevenzione dell'Asl RmH, Agostino Messineo, tranquillizza: «Se hanno deciso di concedere altri due anni vuol dire che ritengono che non comporti problemi alla salute». A questo punto, però, sorge spontanea una domanda: per quale motivo la deroga non è stata concessa subito a ottobre scorso, evitando cinque mesi di emergenza? Una risposta non c'è. Per Messineo, si è comunque ottenuto qualcosa: «Grazie alla decisione Ue i gestori idrici si sono attivati e l'arsenico è sceso sotto i 20 mg/l. Noi lo abbiamo sempre detto: concentrazioni che non superino quel limite sono tollerabili, come ha stabilito anche l'Istituto superiore di sanità». Probabilmente, bastava mettersi d'accordo prima. E le autobotti sarebbero state evitate.

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