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Affittopoli finisce in Parlamento

Roma, centro storico

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Arriva in Parlamento l'affittopoli capitolina. La commissione bicamerale sugli enti gestori ha infatti deciso l'avvio di un'indagine conoscitiva su tre aspetti: «Gli esiti dell'operazione di cartolarizzazione Scip2 e la restituzione agli enti degli immobili invenduti» degli enti di previdenza pubblici; «la modalità di gestione degli immobili da parte degli enti privati; «le modalità di dismissione del patrimonio immobiliare». L'indagine conoscitiva si dovrà concludere entro dodici mesi. Si tenta così di riempire un altro tassello importante nella vicenda che ha travolto praticamente tutti, dalla Regione al Campidoglio, dalle Ipab all'Ater su affitti facili e sulle vendite degli immobili a prezzi stracciati. La Procura ha infatti inserito nell'indagine affittopoli anche un altro, decisivo aspetto della vicenda, vale a dire le procedure con le quali si sono svolte le aste pubbliche. Nel particolare se a queste si sia data un'adeguata forma di pubblicità, come la legge impone. Per questo motivo il procuratore aggiunto, Alberto Caperna, e il pm Ilaria Calò delegheranno alla Guardia di Finanza l'incarico di verificare quale sia stata la procedura seguita dal Comune e dalla Regione per assegnare gli immobili. L'ipotesi dei magistrati, che indagano per abuso d'ufficio, è che molti appartamenti, soprattutto nelle zone di pregio, per i quali si sarebbe dovuto procedere alla vendita tramite un'asta pubblica fossero in realtà già destinati a pochissimi eletti che, preventivamente informati, si presentavano al momento giusto con l'offerta giusta (comunque inferiore al prezzo che si sarebbe potuto spuntare con adeguata pubblicità e un numero maggiore di offerenti). I magistrati intendono capire come mai solo consultando il sito di Risorse per Roma, ignoto ai più, è possibile conoscere l'esistenza dell'elenco di immobili da cedere. Mentre le indagini procedono però il clima in città cambia. Quello della casa infatti è da sempre uno dei temi più sensibili per la Capitale e, scandalo dopo scandalo, a rischio è la «pace sociale» garantita finora. Non a caso ieri 300 persone dei movimenti precari e per la casa hanno simbolicamente occupato l'ex ostello della gioventù al Foro Italico. Per questo in Campidoglio si pensa al «dopo». Il presidente della commissione al Sociale, Giordano Tredicine ha infatti presentato una mozione «per intervenire concretamente, una volta accertate le irregolarità nelle procedure di locazione e di vendita degli immobili comunali - spiega - con l'obiettivo di sanzionare con la risoluzione del contratto di locazione e la decadenza dell'assegnazione dell'immobile quando risulta mutata la destinazione d'uso. È necessario porre in essere tutte le iniziative previste dalla legge vigente per recuperare gli immobili che sono stati venduti a un prezzo inferiore al valore di mercato».

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