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Svendopoli, 116 case nel mirino dei magistrati

Un'immagine di Roma dall'alto

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Casilina, Esquilino, Settebagni, Torre Spaccata, Torrevecchia, Ostiense, Trullo e Tiburtina. Sono questi i quartieri dove sono state vendute, o tramite la prelazione o per asta pubblica, la maggior parte delle case sulle quali la Procura ha aperto un'inchiesta sulla «svendopoli» capitolina. Le vendite, in parte avvenute tramite cartolarizzazione, tra il 2005 e il 2010 sono oggetto della denuncia del Campidoglio effettuata dopo una prima verifica sul patrimonio capitolino e sulle quali farà luce anche la commissione d''inchiesta nominata due giorni fa dal sindaco Alemanno. Per quanto riguarda l'aspetto giudiziario, tuttavia, i magistrati indagheranno soltanto per le vendite dal 2007 al 2010, in virtù dei termini di prescrizione previsti dalla legge. Questo significa che quanto avvenuto prima del 2007 non è legalmente perseguibile. Peccato perché su circa 900 unità immobiliari vendute dal Campidoglio saranno soltanto 116 quelle al vaglio degli inquirenti. E si tratta per la maggior parte di case acquistate da inquilini grazie al sistema della prelazione nelle periferie. Pochi infatti i casi «eccellenti» di vendite avvenute dopo il 2007. Ridotte al lumicino, si segnalano quelle in via dei Vascellari (Trastevere) dove per 56 metri quadrati si è pagato 403 mila euro: vicolo Scavolino (dietro Fontana di Trevi), dove l'acquirente ha comprato in seguito a un'asta andata deserta un appartamento di 98 metri quadrati per 652 mila euro. Ancora, a via dei Banchi Nuovi (piazza Navona) 51 metri quadrati sono stati pagati (con prelazione) 142.510 euro nel 2008; in vicolo dei Falegnami (dietro al Ghetto) 103 metri quadrati sono valsi appena 244.580 euro nel 2007. Casi sui quali si farà luce, certo ma poca cosa rispetto alle centinaia di vendite effettuate soprattutto nel 2005 e nel 2006: 68 metri quadrati a piazza della Rotonda (Pantheon) a 295.260 euro; 223 metri quadrati in via del Colosseo a 802 mila euro; 155 metri quadrati a via De' Burrò a 265.269 euro. E che dire dei 325 metri quadrati a piazza di Trevi pagati un milione 826mila euro nel 2005. Tutti casi che rimarranno «irrisolti». Alla luce di questa considerazione poco interessa la polemica del Pd che ieri ha puntato sulla necessità di un assessore «a tempo pieno», sottolineando il doppio incarico di Alfredo Antoniozzi (assessore capitolino alla Casa e eurodeputato) e del Pdl «sono nervosi perciò che sta emergendo». Sus. Nov.

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