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Flop record degli alcoltest nei locali

Alcol, tra i giovani è sempre più un'emergenza

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Le richieste si contano sulle dita di una mano, mentre tra i gestori dei locali aperti a Roma dopo la mezzanotte comincia a farsi largo una domanda: «Se nessuno lo usa, che senso ha tenersi la macchinetta dell'alcotest nel proprio esercizio pubblico?». A tre mesi dall'arrivo nei bar, discoteche, pub e ristoranti aperti oltre le 24 dell'etilometro per consentire ai clienti che lo richiedono di misurare il tasso alcolemico, le richieste di utilizzo sono assai scarse. «Abbiamo calcolato che meno del 10% dei clienti che frequentano abitualmente i locali capitolini, sono circa 1.500 quelli coinvolti nell'iniziativa, sono interessati a conoscere il proprio tasso alcolemico – fa sapere Nazzareno Sacchi, Presidente della Fipe-Roma – un dato piuttosto basso considerato che la pubblicità di questa iniziativa c'è stata da parte delle istituzioni e degli stessi gestori dei locali, senza contare che ormai la quasi totalità degli esercizi si è adeguata alla normativa». Dunque, perché un così scarso interesse all'iniziativa? «Penso che la spiegazione si possa trovare nel fatto che il test, una volta fatto, non da' risultati certificabili – continua Sacchi – quindi passata la curiosità dei primi giorni, quando soprattutto da parte dei giovani c'era voglia di scoprire questo nuovo strumento, ora le richieste sono davvero basse». L'obbligo di avere la macchinetta per l'alcotest all'interno del locale non è mai piaciuto agli esercenti che da subito hanno polemizzato con il Comune. Tre le ragioni sostanziali: lo spazio, visto che alcuni locali sostengono di non poter ospitare l'apparecchiatura; la spesa, la macchina deve infatti essere acquistata dal gestore ad un costo di circa 400 euro, o 200 se decide di noleggiarla, e l'affidabilità: cosa accade se le macchinette sono tarate male o non conformi? Per questo motivo la Fipe aveva chiesto di far distribuire sul mercato un modello unico, anche per evitare possibili truffe, a un prezzo accessibile. E tra i gestori la polemica dilaga. A Ponte Milvio la stragrande maggioranza dei locali si è messa in regola, ma se chiedi loro quanti fanno uso dell'alcotest, la risposta è praticamente unanime: «Quasi nessuno». Così a Campo de'Fiori e a Trastevere dove due gestori su tre hanno l'alcotest ma dichiarano di non averlo ancora mai usato. «Sembra che ai giovani non interessa – spiegano dal Bek a Trastevere – da novembre ad oggi ne avranno fatto uso una ventina di clienti».

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