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«È entrata correndo Era impaurita e chiedeva aiuto»

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Sembravaimpaurita ma solo dopo, all'arrivo della polizia, abbiamo capito che era successo qualcosa di brutto». Inconsapevoli testimoni di una serata dall'epilogo tragico, ieri pomeriggio - trascorsi due giorni dallo stupro - tra una partita a biliardino e un caffè, non parlavano d'altro gli habitué della sala giochi Stargate, dove ha chiesto aiuto la ragazza. «Ci hanno detto che la giovane si è rifugiata qui perché è l'unico posto aperto a quell'ora nelle vicinanze del parchetto dove è stata violentata - ripercorrono quegli istanti alcuni ragazzi che si trovavano nei dintorni al momento dell'aggressione - chi l'ha vista sostiene che fosse anche ubriaca, ma qui le hanno creduto subito e, senza pensare che stesse delirando, hanno chiamato la polizia». Sono del resto gli stessi titolari della sala giochi a confermare il ping pong di versioni che, nelle ore successive allo stupro, tiene banco tra i clienti del locale: «Era notte - racconta uno dei gestori - qui in zona siamo praticamente il solo posto aperto e questa ragazza è entrata all'improvviso chiedendo aiuto. Si vedeva che era scossa, sembrava stesse scappando da qualcuno. Ha detto di essere in pericolo e di chiamare la polizia, cosa che i miei colleghi hanno fatto. Quando sono arrivati gli agenti lei si è subito tranquillizzata, ma altri dettagli non li sappiamo, la polizia non è più tornata». E la scia di commenti che, inevitabilmente, segue fatti del genere, si è fatta strada fino al parchetto, teatro della violenza, a poche decine di metri dalla sala giochi: «Non ci sono lampioni, né telecamere - commenta una signora nell'indicarci l'ingresso del Parchetto Fluviale dell'Aniene - sembra creato apposta per i malintenzionati».

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