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Lago dei cigni

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diLORENZO TOZZI Il grande titolo di balletto tira sempre. Il grande pubblico è sempre attratto dal capolavoro che fa serata. Come se, invece del nome del coreografo o dell'interprete, bastasse la parola, consacrata nei secoli. C'è insomma ancora sete di danza, di bella danza, diremmo forse addirittura una inaspettata sete di bellezza e di armonia, come dimostra il successo imperituro dei balletti evergreening di fine Ottocento plasmati dalla premiata ditta pietroburghese Piotr Ilic Ciaikovsky-Marius Petipa (senza dimenticare il suo prezioso assistente Lev Ivanov). Ma nessuno, neppure il più ottimista dei responsabili della programmazione artistica del Teatro dell'Opera di Roma, poteva forse prevedere ottimisticamente alla vigilia un tutto esaurito per tutte le sei recite dell'immortale Lago dei cigni, che da stasera e sino al 20 febbraio sarà ospitato sul palcoscenico del Costanzi. Certo, lo scontro sempiterno della lotta tra il bene e il male, l'amore giovanile che trionfa, sia pur tragicamente, sul sortilegio e l'inganno, il mondo lunare degli snelli cigni prigionieri di un perfido maleficio, raccontati dalla musica straordinaria di Ciaikovsky (sul podio sarà Andrei Anikhanov) e dalle coreografie narrative di Petipa e poetiche (gli atti lacustri) di Ivanov, sono temi eterni cantati nei secoli in opere di poesia assoluta. Il Teatro capitolino ha però questa volta anche voluto invitare due giovani e talentati artisti del blasonato American Ballet Theatre, rampolli di due grandi scuole ballettistiche. Il doppio ruolo della lirica Odette (il cigno bianco) e della temperamentale Odile (il cigno nero) sarà infatti affidato all'ucraina Irina Dvorenko, della più pura scuola russa, mentre il ruolo del tormentato principe Sigfrido sarà interpretato da José Manuel Carreño, della gloriosa scuola cubana. Formatasi a Kiev la Dvorenko ha vinto, oltre al Premio Lifar, anche quelli di Osaka e Mosca, dal 2000 è ballerina principale al prestigioso American Ballet di New York ed ha interpretato i principali ruoli del balletto classico-romantico. Il suo partner Carreño viene invece dalla tradizione cubana di Alicia Alonso (la più recente delle ramificazioni internazionali della scuola di balletto accademico) e dopo l' English National Ballet ed il Royal Ballet di Londra, è diventato primo ballerino dell'ABT nel 1995, vincendo nel 1999 il premio Nijinsky che lo ha laureato tra i primi sei ballerini al mondo. Il Lago dei cigni verrà riproposto nella fortunata versione coreografica di Galina Samsova, creata nel 1996 per lo Scottish Ballet, e con il poetico allestimento scenico di Aldo Buti. Non tutti sanno però che lo sfortunato musicista russo, che scrisse una partitura straordinaria schiudendo le porte del grande sinfonismo al balletto, non vide mai l'intera e fortunata coreografia (1895) di Petipa ed Ivanov. Il vecchio Ciaikovsky poté nel 1893 difatti presenziare solo alle prove del secondo atto (quello del lago appunto) perché la morte lo colse poco dopo. La partitura era andata con insuccesso in scena al Bolscioi (1857) con le coreografie dell' austriaco Wenzel Reisinger. Ma solo dopo il successo della Bella addormentata (1890) e dello Schiaccianoci (1892) Petipa decise di ricreare una coreografia nuova di zecca su quella splendida musica. E fu subito il capolavoro che conosciamo.

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