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Amore perdonami. E prende fuoco

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Via Rodolfo Valentino, Roma, l'auto incendiata come prova d'amore (foto Gmt)

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«Darsi fuoco per me, come prova d'amore? No, nulla di più falso, è stato un guasto al motore». Nulla di più falso, continua a ripetere lei. Eppure, sono proprio queste poche parole, ripetute all'infinito a scontrarsi con una verità confermata dagli inquirenti, a far trapelare il retroscena di una tranquilla serata finita in un tragico incidente. Le indagini, condotte dai carabinieri della Stazione di Talenti guidati dal comandante Salvatore Veltri, lasciano ben pochi margini di dubbio circa l'esatta dinamica dell'incidente. I fatti sono di sabato sera in via Rodolfo Valentino, traversa di Vigne Nuove. Il ragazzo, un 23enne romano ora ricoverato in condizioni disperate (è ricoverato al Caldarelli di Napoli con il 95% del corpo ricoperto da ustioni di terzo e quarto grado), voleva dimostrare alla sua fidanzata di essere disposto a tutto pur di farsi perdonare il tradimento che le aveva appena confessato. Proprio a tutto, certo, perfino ad incendiare la sua Golf, il «gioiello» a cui teneva di più. Si è quindi precipitato al distributore più vicino e, riempita la tanica di benzina, ha fatto ritorno nel parcheggio del condominio dove la ragazza, sua coetanea, abita con la famiglia, in via Rodolfo Valentino, nel quartiere Montesacro. Le cose, purtroppo, sono però sfuggite al controllo di entrambi. Il ragazzo, infatti, non si sarebbe accorto che, nel cospargere l'auto di benzina, si sarebbe lui stesso inzuppato i vestiti di liquido infiammabile. In un minuto si è scatenato l'inferno. Al loro arrivo, i carabinieri hanno trovato ancora le tracce del liquido infiammabile per terra accanto alla Golf andata a fuoco. Nel day after, in via Valentino, restano lo sconcerto dei condomini, «abbiamo sentito urla e sirene, e poi oggi la notizia alla tv», l'incredulità dei passanti che - scrutata la carcassa dell'auto bruciata - schivano ogni domanda, «cosa si può dire davanti a fatti del genere?». E, soprattutto, c'è il racconto della fidanzata, una ragazza che, invece, smentisce questa versione e ne fornisce un'altra completamente diversa. Sul viso ha ancora i segni di una notte di terrore, il labbro tagliato, l'occhio sinistro livido, segni di bruciature sulla fronte che cerca di mascherare alzando il cappuccio del giacchetto: «Non si è dato fuoco per me, non esiste, non è vero nulla di quello che è stato detto - racconta mordendo la sigaretta con lo sguardo fermo, deciso - Eravamo stati a cena fuori, avevamo passato una bella serata, è stato solo un incidente. Non voglio che nessuno parli di noi in questo modo, e di lui come uno squilibrato, non è così». «Quando si riprenderà - conclude con la voce rotta dal pianto, quasi a rivederlo il suo fidanzato bruciare vivo, lì davanti a lei - lo dirà anche lui». Una versione completamente discordante da quella emersa dalle indagini. Una versione che anche la mamma di lui, al fianco della ragazza, ribadisce determinata: «Sono due ragazzi normali, che discutono sì, ma mio figlio non è uno stupido, non sarebbe mai arrivato a tanto, quando potrà parlare lo dirà anche lui. Sono molto affezionati uno all'altro, e noi siamo come un'unica famiglia. Inutile discuterne, nessuno ha colpe per quanto è accaduto».

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