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Chiede al socio duecento euro Condannato a 2 anni e mezzo

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.Per aver tentato un'estorsione di trecento euro il romano Domenico Manzo è stato condannato a due anni e mezzo di carcere. Lo ha deciso ieri il Tribunale penale della Capitale. La storia è la palese dimostrazione di come un tentativo illecito di guadagnare qualche soldo extra può rovinare una vita. Domenico Manzo lavorava con il suo socio da poco più di sei mesi. Assieme gestivano un furgoncino nel quale trasportavano metallo da rivendere. Col collega solo rapporti di lavoro, finché un giorno Manzo ha saputo che l'amico aveva vinto cinquemila euro a una corsa di cavalli. È il 13 dicembre scorso. Nella testa di Manzo scatta qualcosa. Minaccia il socio: «Se non mi dai parte dei soldi della vincita io ti incendio il furgone». Il socio lo denuncia. Ma non contento l'uomo torna alla carica pochi giorni dopo e minaccia una seconda estorsione. «Stavolta mi devi dare trecento euro - dice -, io sono una persona pericolosa. Stai attento perché hai ucciso anche mio suocero». La vittima torna dai carabinieri e sbotta: «Mi vuole estorcere trecento euro, dopo che me ne ha già chiesti cinquecento. Io mi sono messo d'accordo con lui: gli darò duecento euro. Voi - dice la vittima ai militari - venite con me all'appuntamento per coglierlo sul fatto». Il copione a quel punto è già scritto. All'appuntamento l'estorsone viene colto in flagranza di reato e arrestato dai militari. Ieri il pubblico ministero aveva chiesto che fosse condannato a quattro anni di reclusione. Alla fine la sentenza sarà di due anni e sei mesi di carcere grazie al lavoro dell'avvocato difensore Antonio Raffaele Greco, che chiedendo il rito abbreviato ha ottenuto lo sconto di un terzo della pena.

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