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Addio sogni di gloria

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Bernie Ecclestone, patron della Formula 1

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Roma deve dire addio per sempre al sogno della Formula 1 all'Eur. La lettera ricevuta dal sindaco Alemanno mercoledì non lascia spazio a interpretazioni: in Italia si può correre solo un Gran Premio. Anzi suona come una beffa: «Se Monza fosse tolta dal calendario o si potesse alternare con Roma, qualcosa si potrebbe pur fare». Firmato Bernie Ecclestone, patron della Formula 1, colui che decide dove, come e quando si corre. Quello stesso Ecclestone che nel febbraio 2009 scriveva: «Considero Roma tra le migliori candidate ad ospitare un evento del genere», e ancora, «a certe condizioni Roma potrebbe aggiudicarsi un Gran Premio nel 2013» e infine «sono pronto a supportare il promoter (Maurizio Flammini, ndr) e il Comune alla preparazione dell'evento». Questo, per quel che vale, in difesa dell'accoppiata Alemanno-Flammini, accusati dall'opposizione e dalla Lega Nord di portare avanti un progetto fondato sul nulla. Ma Ecclestone sa che l'alternanza auspicata è una soluzione improbabile, già bocciata da Monza, che non vuole spartire niente con Roma e che avrebbe accettato, non nascondendo rodimenti di fegato, un Gran Premio in via eccezionale. Un no secco all'alternanza è arrivato anche ieri dal sindaco di Monza Mariani. Lo stesso Alemanno, pochi giorni fa, aveva ribadito che Roma non voleva mettersi in contrasto con Monza e che in caso di aut-aut la Capitale avrebbe fatto un passo indietro per non danneggiare il circuito lombardo. Per questo la lettera di mister Ecclestone suona stonata, e tanto più stonata la reazione del sindaco alla notizia: «Non c'è da parte di Ecclestone alcuna bocciatura per la Città, ma la decisione di concedere all'Italia un solo Gran Premio, a Monza o a Roma, o a entrambe, a stagioni alterne. Questa decisione è un fatto nuovo. I nuovi accordi che devono portare al rinnovo della concessione di Ecclestone con i circuiti di F1 - ha spiegato Alemanno commentando gli altri passaggi della lettera del presidente della Fom (Formula One Management Ltd) - hanno indotto i team a chiedere un contingentamento delle gare da svolgere a livello nazionale e internazionale (non oltre 20). Di fronte a questa svolta è necessaria una riflessione sul progetto del Gp a Roma». Una riflessione che nel frattempo ha dovuto fare al posto suo Maurizio Flammini, che ha già investito parecchi milioni di euro: «Il Gran Premio Roma Formula 1 ha comunque dato vita a Roma Formula Futuro, una realtà indipendente dalla Formula 1 e che include un programma di grandi eventi già partito con Roma by Light (l'illuminazione natalizia delle principali strade dell'Eur) e che continuerà con progetti come Le Vie della Seta, in grado di portare da solo mezzo milione di visitatori, la Rassegna Internazionale delle Accademie di Danza, la Serie Internazionale Superstars International, la Half Marathon Roma-Ostia. Non si fermerà, inoltre, la realizzazione di due musei, di cui uno dedicato al motorsport, e un altro ai progetti di eccellenza internazionali, ambedue in corso di progettazione con la collaborazione del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano - Leonardo da Vinci. Un progetto piramidale - ha specificato Flammini - che pur perdendo il suo vertice, la Formula 1 all'Eur, saprà dimostrare di reggersi su basi solidissime. E l'appuntamento all'Auditorium del 21, già fissato per presentare ufficialmente al pubblico il progetto Roma Formula Futuro, è confermato». Alemanno ha comunque rimandato il passo indietro ufficiale della Capitale a una conferenza che si terrà «la prossima settimana». In quell'occasione sarà comunicato anche il risultato del sondaggio commissionato da Eur Spa a Renato Mannheimer. Proprio un peccato. Perché l'idea della Formula 1 all'Eur iniziava a piacere anche ai cittadini del XII Municipio: il 38% dei residenti intervistati da Mannheimer si è detto «molto favorevole». Un altro 22% «favorevole». La maggioranza ha detto «sì».

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