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L'ad Basile in procura «L'Atac è parte lesa»

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Sidovranno presentare uno dopo l'altro a piazzale Clodio per sedersi davanti ai magistrati che indagano sulle assunzioni di parenti e amici nelle aziende municipalizzate Atac e Ama. I veritici delle due società dovranno spiegare con quali criteri siano stati fatti firmare contratti a centianaia e centianaia di dipendenti negli ultimi anni. Per far luce sulla vicenda che ha travolto nelle ultime settimane Ama e Atac, gli inquirenti, che hanno aperto un fascicolo per abuso d'ufficio e nel quale non risultano ancora iscritti sul registro degli indagati, hanno dato mandato ai carabinieri di raccogliere nei prossimi giorni i contratti di assunzione per chiamata diretta. Ma non finisce qui. All'attenzione del procuratore aggiunto Alberto caperna e del sostituto procuratore Francesco Dall'Olio, anche le assunzioni effettuate attraverso concorso. Intanto, ieri, prima del via alle audizioni dei manager delle due aziende, si è presentato spontaneamente in procura l'amministratore delegato dell'Atac, Maurizio Basile, per dare la sua totale disponibilità e della società a collaborare con la magistratura per chiarire il meccanismo delle assunzioni «facili». Sostenendo, inoltre, che l'Atac deve considerarsi parte lesa in questa vicenda giudiziaria. «Dagli accertamenti che stiamo svolgendo sul bilancio, è emerso come la situazione patrimoniale dell'azienda al 31 ottobre è in deficit. Le perdite, a quella data, hanno superato di un terzo il capitale sociale. Il presidente ha avuto pertanto mandato di convocare senza indugio l'assemblea degli azionisti per i provvedimenti del caso», ha spiegato davanti all'ufficio del procuratore capo Giovanni Ferrara l'ad di Atac. Lo stesso manager ha poi fatto una fotografia della situazione attuale nella quale si trova l'azienda e cosa è necessario effettuare per risollevare le casse e l'immagine. «C'è da riprendere l'azienda da tutti i punti di vista: deve recuperare produttività, qualità del servizio, fiducia dei cittadini, valorizzare al meglio le risorse professionali interne, riequilibrando le esternalizzazioni fatte in passato in un quadro di sostenibilità economica per rendere il servizio migliore, che è la missione di un'azienda di trasporto pubblico locale». E alla fine Basile ha sottolienato che a fine gennaio «presenteremo il piano industriale per i prossimi cinque anni per far arrivare l'Atac ai livelli di aziende omologhe, che lavorano ad esempio a Berlino e Parigi. Ma servirà almeno ragionevolmente un triennio». Oltre alla procura, anche la Corte dei conti sta svolgendo indagini sulla vicenda delle assunzioni nelle due municipalizzate. E non è escluso che le inchieste penali possano allargarsi anche ad altre grandi aziende. Intanto l'amministratore delegato di Ama, Franco Panzironi, per il momento esclude l'ipotesi dell'apertura di una inchiesta interna come avvenuto in Atac e taglia corto: «Abbiamo già fatto una verifica e abbiamo riscontrato che le assunzioni hanno rispettato le norme. Le inchieste le fanno gli altri, non ce le facciamo da soli». E infine il dirigente romano della Praxi, la società di reclutamento che visionava i curricula per conto di Atac, precisa che «noi non siamo affatto coinvolti: mica hanno assunto la mia fidanzata - dice Pietro Traverso - forse la fidanzata di altri».

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