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di GABRIELE ANTONUCCI Secondo una classifica della rivista «Rolling Stones», la più autorevole nel campo della musica leggera, l'album più bello della storia è «Sgt.Pepper's Lonely Hearts club band» dei Beatles.

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Aldi là delle classifiche, è fuori dubbio che i Beatles sono il gruppo che vanta la maggiore influenza musicale nella storia del rock, con decine di band epigone. Nessuna, però, neanche i loro eredi naturali Oasis e Blur, è riuscita più a ripetere la magia delle loro canzoni, veri e propri classici che non risentono dell'usura del tempo. Una magia che cercherà di spiegare lo spettacolo musicale «Six hard day's nights - I Beatles a Roma», in scena al Teatro Lo Spazio fino al 21 novembre, scritto a quattro mani da Lorenzo  Mazze', Simone Mariani, Martino Pirella e Luigi Abramo, per la regia di Matteo Festa. Lo spettacolo propone in versione live alcune  delle più celebri melodie del quartetto inglese, senza rinunciare ad  esplorare i pezzi più sperimentali della loro sterminata discografia, spaziando dai successi  dei «ruggenti» Anni Sessanta, passando per la fase più creativa della produzione beatlesiana, fino a giungere alle composizioni  dell'ultimo periodo. Un viaggio originale e divertente nella storia dei Fab Four, raccontato attraverso brillanti gag, monologhi, interazioni con il pubblico, esposizione di  oggetti, dischi e memorabilia originali d'epoca, provenienti dalle  collezioni personali degli autori. Insomma, una full immersion nel favoloso mondo degli «Scarafaggi» inglesi, che cercherà, tra una canzone e uno sketch, di rispondere ad annose questioni che da sempre assillano i loro fan più incalliti. Erano davvero così nemici i Beatles e i Rolling Stones? Chi era il vero batterista dei «Fan Four»? Si può scrivere un capolavoro della musica pop lavandosi i denti? I Beatles volevano davvero diventare invisibili? A queste, e ad altre domande amletiche, risponderanno con ironia e competenza musicale i Beatles a Roma, che si caratterizzano, rispetto alle tante cover band del quartetto inglese, per la felice intuizione di Luigi Abramo degli «Appia Road»: riproporre alcuni dei loro più grandi successi in romanesco. Un inedito incontro, quello tra la lingua del Belli e quella di Shakespeare, che produce esiti sorprendenti, senza perdere le melodie e gli impasti vocali che hanno fatto la fortuna dei Beatles. Per rendere ogni spettacolo un appuntamento unico, ciascuna serata vedrà un ospite diverso esibirsi sul palco, in modo da caratterizzare lo show ogni volta. Stasera «Six hard day's nights» sarà impreziosito dal cantautore Roberto Angelini, domani una speciale «Indian Night» con il sitar di Matthew Yem Kandeahyl e venerdì «Beatles Circus Night» in compagnia di Alberto Ferraro, Mirko Ferraro e Attilio Errico Agnello, con special guest Alessandro Orlando Graziano. Sabato sera, dopo il concerto, si ballerà al ritmo degli anni Sessanta con il dj Ramsie mentre, per la chiusura domenica pomeriggio, tornerà il sitar di Matthew Yem Kandeahyl, per accompagnare con le sue melodie orientali il thè delle 17.

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