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Storni killer. Si salvi chi può

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Storni killer

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Lungotevere dei Sangallo ore 16.45 di ieri: romani con l'ombrello nonostante il pomeriggio sereno; schifo dilagante e odore nauseabondo. Sereno si fa per dire, perché il film è sempre lo stesso e le lamentele dei cittadini, che non passano per niente inosservate, pure. Continua l'assedio degli storni sulla Capitale, in barba alla campagna di allontanamento, iniziata il 27 ottobre scorso, promossa e finanziata dal Campidoglio e dall'Ufficio Tutela e Benessere degli Animali. Stesso copione su Lungotevere Tor di Nona e su Lungotevere Marzio. Tra le proteste dei cittadini, stanchi di avere automobili e abiti sporchi e ridotti in condizioni pietose. I vestiti vanno portati in tintoria, se non gettati. Le automobili, invece, sono praticamente inservibili a meno di non pulirle prima di toccare la carrozzeria. Tutti i pomeriggi è la stessa storia. Chi percorre in automobile il tratto di lungotevere superata l'altezza di via Giulia fino a pochi metri prima del monumento dell'Ara Pacis non ne esce vivo. Pure sul versante opposto la situazione non cambia. Auto preda dei bisogni degli storni, che immancabilmente si radunano nella zona. Per chi va a piedi è pure peggio. Chi gira in tailleur per riunioni di lavoro ha davanti una bella sfida nel riuscire a presentarsi indenne ai propri appuntamenti. Bastano pochi passi e ci si ritrova con la melma addosso. Pure tra i capelli. E allora partono imprecazioni e non solo. Gli automobilisti sono i più avvelenati. «Per venire in centro a fare delle commissioni pago il parcheggio - dice Luigi - e ogni volta devo far lavare la macchina. Così non si può più continuare. Oltre al danno pure la beffa». I romani sono neri. Se la prendono soprattutto con i «palombari» del Comune che girano muniti di megafono e mascherina per far allontanare gli uccelli. «Il traffico ci bastava; ora sembra quasi di stare a Carnevale», ironizza un ventiquattrenne. «Mettono paura così agghindati», dice una signora in preda al panico con l'auto bianca coperta da un manto di escrementi. «Ma quale allontanare? Gli storni con quei suoni si spaventano, si spostano solo più giù e il problema non sparisce». Sono in tanti quelli che la pensano alla stessa maniera. Sembra non ci sia davvero antidoto che tenga, a giudicare dalle scene aberranti sotto gli occhi di tutti. La tecnica del «distress call» (grido di allarme), che consiste nel diffondere tramite megafoni amplificati, all'interno dei dormitori, il verso emesso in natura dagli storni che si trovano in situazioni di pericolo, usata negli scorsi giorni, sembra non stia dando buoni risultati. Dall'assessorato capitolino all'Ambiente fanno sapere che gli interventi proseguiranno ad ampio raggio nelle prossime settimane, «interessando anche la zona di Lungotevere Vallati e Tebaldi». E, che «i cittadini che desiderano fare segnalazioni, possono rivolgersi al numero verde 800088211».

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