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La moglie della vittima si scusa "Massimiliano non era cattivo"

Il centro anziani del Laurentino 38

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«Chiedo scusa per quello che ha fatto Massimo, ma lui non meritava di morire così. Dovevano litigare a mani nude». Occhi gonfi dietro gli occhiali, cappotto nero sulle spalle e lunghi capelli corvini a incorniciarle il viso. Ieri pomeriggio al centro anziani «Fonte Ostiense» si è presentata così Anna, la moglie di Massimiliano Garsevic, 41 anni, ucciso l'altro giorno a colpi di pistola dal vicino di casa Giancarlo Di Francesco, 34 anni, nel compresorio di case popolari al sesto ponte del Laurentino 38, in via Domenico Giuliotti. È al centro che è cominciata la lite tra Giancarlo e Massimiliano. Quest'ultimo ha colpito sei-sette anziani, Di Francesco è intervenuto, la discussione tra i due è proseguita in strada, poi la rabbia è degenerata in tragedia: Giancarlo è andato a prendere la pistola e poi ha suonato alla porta di Garsevic. Signora Anna, chi ha aperto quella porta? «Sono stata io, Massimiliano si è fatto avanti e l'altro lo ha colpito due volte. Ho richiuso e Di Francesco urlava: "Apri, apri". Sono corsa in balcone e ho chiesto aiuto. Non è vero che avrei provato a sparargli ma la pistola si è inceppata. È falso». Perché è venuta al circolo anziani?  «Per chiedere scusa a tutti loro. Ho saputo che l'altro giorno alcuni sono stati colpiti da Massimiliano e allora ho voluto incontrarli. Non voglio vergognarmi quando esco di casa». Come mai suo marito è venuto qui infuriato?  «Qualcuno aveva fatto apprezzamenti poco carini su di me. Lui l'aveva saputo ed era venuto a cercarlo. Forse aveva bevuto un po' e allora era diventato aggressivo. Lui, però, non era così». L'opinione diffusa è che fosse un prepotente. È vero che a volte maltrattava anche lei? «È vero, litigavo. Cambiava quando alzava un po' il gomito. Ma quella rabbia dentro di sé Massimiliano la stava superando, lo seguiva uno psicologo, lo aiutavo anch'io. Non era cattivo». Si è vista con la moglie di Di Francesco, l'ha sentita? È rimasta da sola con tre figli piccoli. Anna quasi si commuove.  «Non l'ho incontrata. Come sempre sono le donne che sostengono il mondo».  

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