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L'area di sosta ha quarant'anni e non è mai entrata in funzione

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.E pensare che sotto terra ci sarebbero centinaia di posti per lasciare l'auto. Un grande parcheggio finito di costruire 42 anni fa: nel 1968. E mai aperto. Il parcheggio è grande praticamente quanto la piazza. Il centro corrisponde al monumento al Bersagliere. L'entrata principale si trova nel sottopasso chiuso con cancello e lucchetto sul lato destro della Nomentana, accanto all'edicola. L'unico modo per entrare è attraverso la sala controllo dei vigili che si trova proprio accanto al cancello sbarrato. Qui gli agenti della Municipale controllano 24 ore su 24 i sottovia di Corso Italia e gestiscono i semafori in caso di emergenza. Il problema di questo parcheggio è che, nonostante sia praticamente pronto, non è mai stato ultimato. Le rampe di accesso per le auto non sono mai state aperte. Tanto che il Comune negli anni scorsi aveva avviato una trattativa con il ministero delle Infrastrutture affinché quest'ultimo ne ristrutturasse almeno una parte e ci costruisse le rampe. I circa 80 posti che si sarebbero potuti ricavare, sarebbero stati utilizzati dai dipendenti del Ministero. Ma i lavori non sono mai partiti. «I posti che si potrebbero utilizzare però sono molti di più - dice Gabriele Di Bella, sindacalista dei vigili urbani - ci sono centinaia di spazi per le auto distribuiti su due livelli. È assurdo che ci sia un cartello che ricorda che il sottopasso è chiuso dal 1968». L'edicolante di piazza Porta Pia è da almeno vent'anni che combatte, assieme agli altri residenti e commercianti, per la riapertura del parcheggio: «Ma come è possibile che ci sia una struttura del genere chiusa da quarant'anni? Se fosse riaperta risolverebbe i problemi di una zona assediata quotidianamente dal traffico. Senza contare che la gente non prenderebbe più decine di multe tutti i giorni». Gli altri sottopassi d'accesso al parcheggio, sui altri lati della piazza, sono tutti chiusi. Quello sul lato di viale del Policlinico è una vergogna. Se si scendono le scale, e si vuole sopravvivere, servono mascherina antigas e stivali di gomma per passare attraverso le pozzanghere di urina e le montagne di escrementi. Gli operatori dell'Ama ogni giorno disinfestano a rotazione tutti i sottopassi della piazza. Ieri mattina stavano lavorando a quello davanti al Ministero: «È una battaglia contro i mulini a vento - dice scoraggiato un netturbino - noi puliamo e dopo due giorni sono di nuovo ridotti a latrine».

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