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Il Comune rivaluta le case Mai più rendite stonate

Roma, veduta dall'alto

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La rivoluzione era stata più volte annunciata ma vuoi per problemi tecnici vuoi per motivi elettorali era stata di fatto sempre rinviata. E invece, l'Assemblea capitolina ha votato così, quasi all'improvviso, la delibera proposta dall'assessore al Bilancio, Maurizio Leo che, di fatto, avvia la riclassificazione catastale degli immobili di pregio. «La rivalutazione riguarderà 17 delle 283 micro-zone in cui è stato suddiviso il patrimonio immobiliare cittadino - annuncia Leo - e sarà curata dall'Agenzia del Territorio a partire dal 2011. L'obiettivo è ridurre gli squilibri che spesso esistono, anche all'interno di una stessa zona abitativa, tra il valore della rendita catastale e quella di mercato e di ottenere, quindi, una più equa distribuzione del carico tributario». Dai dati raccolti dagli uffici tecnici dell'Amministrazione capitolina, per esempio, è emerso che in alcune delle aree a un valore medio di mercato di 5.500 euro a metro quadro corrisponde un valore catastale di 879 euro a parità di superficie. Uno degli ultimi censimenti disponibili effettuati dal Campidoglio avevano individuato circa 150 mila abitazioni con classificazioni catastali errate o comunque «dubbie». Si partirà comunque dalla città storica dove, sempre dagli ultimi dati disponibili, su 27 mila abitazioni collocate tra piazza del Popolo, piazza Navona e Colosseo, ad esempio, tremila risultavano accatastati come «A5» cioè abitazioni «ultrapopolari» e dunque prive di bagno e servizio, altre 13 mila come «A4» che in «catastese» significa «abitazioni popolari di piccola o media dimensione con modeste finiture e senza riscaldamento». Una situazione dovuta al mancato aggiornamento del catasto capitolino che, nato nel 1939, è rimasto pressoché invariato. «Il risultato atteso - spiega Leo - è un riequilibrio generale del sistema di classificazione degli immobili ed una maggiore equità sociale nella ripartizione del carico contributivo. L'allargamento della base imponibile produrrà un effetto positivo anche sui conti di Roma Capitale liberando risorse che potranno essere destinate anche al miglioramento dei servizi resi alla cittadinanza».

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