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Chiedevano tangenti a colf e badanti

Auto della polizia

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Con 300 euro di mazzetta lo straniero aspirante colf o badante aveva le carte in regola per chiedere il permesso in Prefettura. Per essere un lavoratore. A dividersi la tangente un dipendente dell'Ufficio tecnico del VII Municipio, Giancarlo Umani, 55 anni, e una infermiera ospedaliera in pensione, Maria Antonietta D'Angelo, anche lei cinquantacinquenne. I due sono stati arrestati dagli agenti del Commissariato Prenestino diretto da Fabrizio Falzoni con le accuse di concorso in concussione, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e falso materiale. Una trentina le dichiarazioni irregolari, riguardanti altrettanti stranieri, la maggior parte bengalesi. I sospetti dei poliziotti sono cominciati mesi fa quando hanno visto che in diverse denunce di cessione fabbricato, in pratica di affitto della casa, veniva menzionata la stessa proprietaria e lo stesso immobile, in via delle Resede, al Prenestino. Troppo strano. Partono gli accertamenti e gli investigatori scoprono che l'appartamento è quello dove l'infermiera viveva con la madre. Prosegue l'indagine e scoprono dell'altro. Per essere regolarizzato, tra la varia documentazione lo straniero deve dichiarare l'indirizzo della sua dimora dove poi personale dell'Ufficio tecnico del Municipio di zona andrà a verificare l'abitabilità. E qui entrava in scena il dipendente comunale. L'infermiera indicava il fabbricato e il dipendente comunale sottoscriveva che era tutto a posto. Anche se era tutto falso. Anzi, in certi casi la donna avrebbe indicato la cessione di immobili intestati ad altri proprietari: la casa risultava in affitto e loro non ne sapevano niente. Le indagini continuano.

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