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Le spappola la milza con un calcio

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Un'auto dei carabinieri

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Le ha spappolato la milza con un calcio, mentre nell'altra camera il figlio di 12 anni giocava con la cuginetta, e il fratellino di sette mesi se ne stava nel lettino. È successo l'altra sera a Tor Vergata, momenti di terrore coniugale che probabilmente si sono già vissuti in quell'appartamento in una palazzina in via San Vittorino, alla periferia est della capitale. È il sospetto dei carabinieri della Compagnia di Frascati che hanno portato in carcere l'uomo di 31 anni con l'accusa di lesioni gravissime, chiamati dai vicini di casa allarmati dalle grida di lei. Infatti, sul corpo della poveretta ventinovenne, i medici del policlinico di Tor Vergata, dove le è stata asportata la milza, hanno notato dei lividi di vecchia data, segno forse di altre botte, di altre violenze. E pensare che a prima vista la famiglia sembra una di quelle tranquille, dove l'amore ha fatto cose grandi. I due sono romani. Lei casalinga, lui impiegato di una ditta di trasporti, di solito impegnato in ufficio ma che quando serve qualcuno da rimpiazzare non si risparmia, si mette al volante e porta la merce a destinazione. La donna ha avuto il figlio di 12 anni da una precedente relazione andata presto in pezzi. Da ragazza-madre ha conosciuto il nuovo compagno. Si sono innamorati, sposati ed è nato il bimbo ora di sette mesi. Agli investigatori, quei lividi sul corpo della donna però fanno pensare che l'aria tra i due sia tesa da un po', che i nervi siano già saltati altre volte e lui abbia allungato le mani in varie occasioni. Per verificare questo presunto clima di violenze i carabinieri attendono che la donna si riprenda dall'intervento chirurgico e risponda alle domande dei carabinieri, racconti la sua verità. L'altra sera, sotto choc, il marito ha raccontato la sua, cercando di rendere i fatti meno gravi. La moglie invita a casa la cuginetta coetanea del figlio dodicenne. Quando la sera lui rincasa i due ragazzini sono ancora in cameretta. Il marito si innervosisce, non gli va che giochino, vuole tranquillità. I due discutono in camera da letto, dov'è il piccolo di sette mesi. Poi le cose degenerano. Però, spiega ancora il marito, la botta alla milza sarebbe stata una disgrazia: «Volevo darle un calcio al fondoschiena - ha riferito - ma lei nel tentativo di schivare il colpo lei ha mostrato il fianco». Quindi, voleva prenderla a calci ma non alla milza. Con lui in carcere e lei in ospedale, i due figli sono in affidamento da alcuni parenti.

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