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I body scanner finiscono in cantina

Una donna si sottopone al controllo del body scanner, all'aeroporto di Fiumicino

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Dove siano finiti nessuno lo sa. Una cosa è certa, la tanto osannata panacea contro il terrorismo nei cieli non sembra aver dato i risultati sperati. Il 4 marzo, con una presentazione in pompa magna ripresa da tutte le tv nazionali, il body scanner, costato 150mila euro, venne propinato all'opinione pubblica come la «soluzione finale» del problema. Partiva così la sperimentazione che sarebbe durata due mesi e mezzo. E, infatti, il 21 maggio, l'interruttore dell'unico apparecchio in dotazione all'aeroporto di Fiumicino ha fatto click. Spento il body scanner, spenti anche tutti i clamori attorno ad esso. Oggi gli addetti alla sicurezza del Terminal 5, dove viene effettuata l'accettazione dei passeggeri in partenza con voli «sensibili« (considerati a rischio terrorismo) sono tornati ad attuare le vecchie procedure. I viaggiatori vengono fatti passare sotto i tradizionali metal detector e i bagagli a mano controllati con i collaudati apparecchi a raggi X. Da due mesi e mezzo, quindi, il tanto glorificato body scanner prende polvere in un angolo. Dal Centro addestramento sicurezza di Aeroporti di Roma Pietro Mastrangelo, responsabile dell'addestramento, dichiara che «terminata la sperimentazione, nessuno ha saputo più nulla e per il momento non è prevista né una seconda fase né l'attuazione definitiva». Tiene però a sottolineare i pregi che avrebbe la «cabina miracolosa». «Comunque il body scanner - continua Mastrangelo - è sicuramente un ottimo apparecchio che in soli tre secondi è in grado di rilevare oggetti pericolosi ed esplosivi». Ma dagli addetti alla sicurezza arrivano commenti alquanto negativi: «Ci vogliono almeno dieci secondi a passeggero per i controlli. Se si muove il body scanner va in tilt e segnala l'intera figura come pericolosa. Se il turista è sovrappeso accade lo stesso». «Al momento il body scanner di Fiumicino è spento perché è terminata la sperimentazione - fa sapere l'Enac - A fine settembre si riunirà il Cisa, il comitato interministeriale per la sicurezza, è valuterà quale tipo di body scanner, tra quelli sperimentati a Fiumicino, Malpensa, Venezia e Palermo è più adatto a rilevare oggetti pericolosi nel minor tempo possibile garantendo la tutela dei viaggiatori. Solo allora verranno acquistati i macchinari destinati ad operare e a restare definitivamente negli aeroporti. Per il momento i più grandi e poi gli altri».

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