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Disagiato mentale affarista della droga

L'arresto del capo della banda, Davide Valente

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Per la giustizia è seminfermo di mente, nella vita picchiatore di gay e abile intermediario degli spacciatori di droga. È Alessandro Sardella detto «Svasticella», 41 anni, il 13 gennaio scorso condannato a sette anni (e già in carcere) per l'aggressione del 22 agosto 2009 a una coppia omosessuale che si baciava fuori il Gay Village, all'Eur. È uno dei diciannove arrestati ieri mattina dai carabinieri del Nucleo investigativo dei carabinieri del Gruppo Frascati diretto dal colonnello Rosario Castello. L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, della Direzione distrettuale antimafia di Roma, ha disarticolato una organizzazione dedita allo spaccio di droga. Nomi in codice coi quali si citavano cocaina e hashish, rispettivamente «Fausto» e «Bruno». Il capo della cricca Davide Valente, di appena 23 anni, giovane come la maggior parte dei componenti della struttura, alcuni appena maggiorenni. Il fornitore, invece, era un bulgaro con cittadinanza italiana, Petro Petrov, 33 anni, coadiuvato dalla moglie Giulia Gurgevic, di 28. Le zone di smercio: Colle Prenestino, Tor Bella Monaca, Tor Vergata, borgata Finocchio, Giardinetti, Eur e Torrino. Stando alle indagini, è stato proprio Svastichella a consentire l'ingresso dalla banda nelle zone di Eur, Torrino e Laurentino, dove lui abitava. I primi sospetti dei militari risalgono al 2008. I carabinieri del Nucleo investigativo del capitano Angelo Gerardi notano facce nuove nello spaccio a Tor Bella Monaca. Si appostano, pedinano e ricostruiscono gli scambi. Valente compra lo stupefacente dal bulgaro poi rifornisce i suoi gregari. Si parla di un chilo alla settimana di cocaina e di quattro-cinque di hashish. I carabinieri notano però che il traffico si sposta anche fuori zona, all'Eur. Seguono, intercettano e salta fuori Svasticella. Le intercettazioni dicono il resto: «Dove hai lasciato Fausto (la cocaina, ndr)?». «In macchina». «In macchina dove?». «Sotto al tappetino». le indagini proseguono per risalire ai fornitori del bulgaro.

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