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L'ombra della mafia sugli appalti romani

Un'auto dei carabinieri

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Le ombre della malaffare sugli appalti pubblici della Capitale, compresi quelli del Comune di Roma. «Ribassi del 50%, 60% negli appalti pubblici non possono che evidenziare illegalità - sostiene il presidente del Comitato Paritetico Territoriale di Roma e Provincia, Carlo Nicolini - Anche negli appalti del Comune di Roma ci sono ribassi del 58% ed è un'indecenza». Dal Campidoglio arriva la rassicurazione che si sta lavorando per bloccare anomalie. «Stiamo lavorando per non aggiudicare definitivamente gare con ribassi eccessivi ritenuti anomali», dice l'assessore capitolino ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera. «Si tratta di offerte in saldo dei lavori pubblici che fanno sì che imprese strutturate da anni, che hanno tutte le carte in regola, oggi non possono partecipare alle gare - spiega ancora Nicolini - Sono alla finestra». E il vicepresidente Andrea Cuccello gli fa eco: «Il 50% dei lavoratori del settore edile di Roma e Provincia sono stranieri una manodopera che può facilmente essere sfruttata da imprese senza scrupoli».   Ma l'allarme lavoro a Roma non riguarda solo le gare pubbliche. Passa per la mancanza di prevenzione nei cantieri, per il lavoro nero e arriva alle morti bianche. Le cifre, fornite dal Comando dei Carabinieri per la Tutela del Lavoro e dal Comitato Paritetico Territoriale di Roma parlano da sole: il 25% di lavoratori irregolari nella Capitale; 113 violazioni delle norme sulla sicurezza rilevate a livello regionale nei soli primi tre mesi dell'anno; nello stesso periodo sei persone morte sul luogo di lavoro. «A Roma registriamo il 25% di lavoratori in nero - spiega il comandante dei Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Roma Aniello Speranza - I settori maggiormente colpiti sono ristorazione e turismo». Nel primo trimestre 2010 su 70 ispezioni dei militari sui luoghi di lavoro, sono state rilevate 113 violazioni delle norme sulla sicurezza, 76 infortuni, sei morti bianchee.

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