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Un banco su quattro è chiuso

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Neimercati romani il 25% delle attività ha abbassato le serrande. L'indagine, effettuata dall'assessorato comunale alle Attività produttive, prende in considerazione il secondo semestre del 2009, ma ad oggi la situazione non è affatto cambiata. La crisi della spesa nel plaetico di quartiere si può riassumere con questo dato: su 5.343 banchi disponibili ne sono rimasti aperti 4.015, gli altri 1.328 hanno alzato bandiera bianca. Ma la situazione non è uguale in tutta la città, ci sono quartieri che soffrono di più e altri dove il mercato rionale va ancora per la maggiore. L'analisi generale di marketing del sistema mercatale romano, condotta dall'assessorato capitolino alle Attività produttive nel secondo semestre dello scorso anno, ha passato sotto alla lente di ingrandimento i 126 mercati presenti in città, da quelli più grandi e al coperto a quelli più piccoli, composti anche di pochi banchi (31 di questi possono ospitare non più di 20 operatori). In molti casi è la grande distribuzione a creare i problemi maggiori, ma anche la crisi si è fatta sentire. Per avere un'idea basta osservare quanto sta accadendo in Prati. Nel XVII Municipio, dove c'è il grande mercato Trionfale a fare da traino, ci sono i pleatici di piazza dell'Unità e di via Sabotino (Della Vittoria) dove il numero delle attività chiuse è salito notevolmente negli ultimi anni. Al Della Vittoria ben 20 banchi sono vuoti (42 aperti). Il presidente degli operatori, Alessandro Alessandroni, è rassegnato: «Non c'è più ricambio generazionale, una volta che gli anziani decidono di smettere sono sempre meno i giovani che prendono il loro posto. Certo, poi c'è anche la crisi con una perdita del 30%». Ma questo non è neanche uno dei mercati messi peggio. Caso emblematico è il mercato rionale di Monti, dove su 30 banchi ne sono rimasti aperti solo due: uno di frutta e verdura e l'altro macelleria e alimentari. Al Gianicolense, in piazza San Giovanni di Dio, (35 attività chiuse, 70 aperte) invece attendono da anni il trasferimento in una nuova struttura grazie ad un project financing attualmente allo studio. Non per tutti, però, è lacrime e sangue. A Pineta Sacchetti ad esempio, in via Urbano II, i 72 banchi sono tutti in attività. Nonostante occupi praticamente tutta la strada e abbia bisogno di una struttura più accogliente, qui i clienti sono assicurati. Stessa cosa per il mercato di via Sannio, a San Giovanni. Qui praticamente si vende solo abbigliamento, ma i 199 banchi sono tutti aperti. Mentre un caso da cercare di imitare è il mercato al Tuscolano in via Spartaco: neanche un banco chiuso su 98 e apertura anche di pomeriggio. A poche centinaia di metri di distanza, invece, c'è il Nuovo Cinecittà, in via Quintilio Varo, e la situazione cambia radicalmente: 38 operatori aperti e 19 che hanno detto addio al mercato. C'è poi il caso dell'VIII municipio, uno dei cinque più popolati di Roma. Qui è la grande distribuzione ha farla da padrona con soli due mercati rionali (Torre Maura in piazza degli Alcioni che vende alimenti e Torre Spaccata in via Cornelio Sisenna che offre casalinghi) in un'area di 214.396 abitanti. Se c'è un Municipio dove intervenire quello è il quarto dove nei sei mercati compresi tra Montesacro, Serpentara, Val Melaina e Talenti, ben cento banchi sono rimasti senza proprietario su un totale di 365 posti disponibili. A piazzale Adriatico sono più i quelli chiusi (16) che quelli aperti (13).

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