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Perde al gioco e finge la rapina

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Carabinieri

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«Cara mi hanno rapinato, non ho più soldi». Ma era una balla, il denaro lo aveva perso al gioco. Una bugia che gli è costata la denuncia per simulazione di reato. A inventarsi la scusa è stato un barista di Marino, di 50 anni. Nonostante dal suo lavoro non tiri fuori grandi somme, lui di grande ha una passione, quella per il gioco: videopoker e slot machine. Un amore che col tempo però è diventato tossico: gioca, perde, rigioca convinto che si rifarà con le prossime mani, ma riperde di nuovo.   E così sono svaniti euro su euro. Tanti, troppi da spiegare alla moglie. E allora si è inventato una storia, quella della rapina. A dicembre, il barista la riferisce ai carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo, diretta dal maggiore Ivo Di Blasio. Dice di essere andato a Roma, a piazza Vittorio, per comprare un paio di scarpe. Ma che prima di entrare nel negozio è stato aggredito e rapinato del portafogli da tre extracomunitari. Somma: 500 euro circa. Non è un gran malloppo, ma abbastanza in rapporto alle sue entrate. Il barista dice pure che i tre gli hanno portato via il cellulare.   I militari avviano le indagini. Col fatto che i fantomatici rapinatori avrebbero con sé il telefonino del poveretto le speranze di arrivare a loro sono buone. Ma, sorpresa. Quando i carabinieri localizzano l'utenza si accorgono che è in uso al barista, due giorni dopo la denuncia. Lo richiamano in caserma e chiedono spiegazioni. Lui ne improvvisa una: dice che un benefattore gli ha restituito il cellulare, per posta. I carabinieri insistono un po' e lui ammette.

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