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«Ionelia è stata il mio angelo»

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L'unicoristoro erano le mani di Ionelia, mi accarezzava il viso e continuava a ripetermi "non te ne andare, non te ne andare"». Athena ricorda con queste parole il ritorno alla vita «dopo il buio e il silenzio seguiti al crollo» racconta, un attimo prima che il costone di tufo, piombasse su Cala Rossano, mentre parlava con Sara e Francesca e si era accorta di avere un po' di terra sulla spalla. È stato il professore di ginnastica, Paolo Capracasecca a disseppellire Athena. E il sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso (indagato per il crollo insieme a 9 persone) le ha rimesso a posto la gamba sinistra, completamente ritorta. Ma la prima a correre verso la ragazzina quando ha visto la maglietta rossa spuntare dalla sabbia è stata la compagna di classe Ionelia (nella foto con Athena). Si è messa a scavare, chiamandola fino a farla rinvenire. «Athena aveva perso i sensi e aveva gli occhi sbarrati - racconta la mamma Alessandra - "erano occhi che volevano fuggire" li ha definiti un compagno di classe, che li ha rivisti per notti intere come in un incubo». Per Alessandra la sua Athena ha vissuto un'esperienza premorte. «Mi ha detto: "mamma, ho rivisto la mia vita come in un film", cose dimenticate come la casa dove abbiamo abitato nei primi due anni della sua vita e scene vissute da quando era piccola fino al presente, non provava né dolore né sofferenza, la sofferenza l'ha provata quando ha rispreso coscienza, non tanto per i dolori fisici che non provava in quel momento ma per l'impossibilità di muoversi e di capire cosa stesse accadendo». G. M. Col.

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