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Se i posti mancano l'abuso vince

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Èqui, a pochi passi dal laghetto, che la maggior parte dei romani si ritaglia una pausa dal lavoro per un caffè al mattino, un panino a pranzo o un gelato il pomeriggio. Ed è li che li aspettano gli abusivi del parcheggio. Puntano ognuno una macchina e con fare insolente si appostano davanti allo sportello dell'auto finché il guidatore non scende e paga il parcheggio. «Forse sarebbe meglio dire il pizzo - dice una ragazza - se no rischi pure che ti rigano l'auto nuova». «Si buttano in mezzo alla strada - le fa eco un'altra - Te li ritrovi dietro e quasi ti costringono a parcheggiare». «Sono troppi - aggiunge Claudio, che lavora in zona - Oltretutto hanno certe facce, direi inquietanti. A volte mi preoccupo per mia figlia quando la sera viene a riprendere la macchina da sola». «Bloccano il traffico - sottolinea Serena, impiegata - E si vedesse un vigile urbano!». «Sono tanti, fanno gruppo - sentenzia Luciana - Sono vecchi, ragazzi, donne. Una ha una faccia da megera... Quante volte ti si piazzano attaccati allo sportello che quasi non ti fanno scendere se non li paghi?». Ma forse la verità più vera l'ha detta il signor Franco: «Ma nun se dovevano fa i parcheggi novi? È vero, l'abusivi nun ce devono sta. Ce stanno perché a Roma nun ce stanno i parcheggi!». Ele. San.

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