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Caso Gugliotta, poliziotti sotto inchiesta

Una foto tratta dal video: Stefano raggiunto da un secondo colpo al volto

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Alemanno, Polverini e Zingaretti chiedono che venga fatta chiarezza sul caso Gugliotta. Il venticinquenne picchiato nei pressi dell'Olimpico dagli agenti durante la partita Roma-Inter del 5 maggio, ha scatenato una raffica di reazioni. E il capo della polizia Manganelli ha risposto avviando un'ispezione interna. Stringata la motivazione: «Emerge l'esigenza di verificare la correttezza dell'operato degli agenti». Intanto i radicali hanno «interrogato» il ministro dell'Interno. In Campidoglio il Pd ha annunciato una mozione, sottoscritta anche da esponenti del Pdl, per la sua immediata scarcerazione. E l'associazione «Dossetti» reclama addirittura le dimissioni del Questore. È stato il video, pubblicato sul sito di «Chi l'ha visto?» e poi trasmesso da alcune tv, a convincere che Stefano è stato vittima di un pestaggio. Immagini ora al vaglio del pm Francesco Polino, che dovrà identificare gli uomini della Mobile intervenuti quella sera alle 21,40 in viale Pinturicchio (a 400 metri da casa dell'arrestato) e ascoltare le loro ragioni. Anche se le riprese girate da alcuni abitanti della zona sono eloquenti, infatti, non sappiamo che cosa era accaduto in precedenza e perché i poliziotti se la siano presa con il giovane. Ieri Stefano ha ricevuto in carcere la visita del suo legale Cesare Piraino, di parlamentari e di alcuni collaboratori del Garante dei detenuti Angiolo Marroni. «Non riesco a capire perchè gli agenti mi sono venuti addosso, non mi hanno neanche identificato», ha detto Gugliotta, che ha perso un dente, ha sei punti di sutura in testa e vasti ematomi nel parte sinistra del corpo. «Al di là delle condizioni fisiche - ha detto Marroni - ci preoccupa lo stato di forte disagio psicologico e dell'impatto traumatico con il carcere. Per questo ho chiesto che non venga lasciato solo». Per l'avvocato Piraino Stefano era «psicologicamente provato e dolorante». Il penalista, che ha inoltrato richiesta al Riesame e al Gip affinché il suo cliente venga scarcerato e ha presentato una memoria dettagliata sulla vicenda al pubblico ministero, dubita che Stefano possa tornare a breve in libertà: «Dobbiamo aspettare gli accertamenti del pm - spiega - Confido li faccia con sollecitudine. Io avevo depositato il video e le dichiarazioni di molti testi ma il giudice ha ritenuto che non potessero essere utilizzati perché non autenticati e ha creduto alla relazione di servizio della polizia, convalidando l'arresto». Nel documento di otto pagine Piraino ha citato 14 persone pronte a testimoniare sull'avvenuto pestaggio, chiedendo una perizia sui video per «accertarne la genuinità», una consulenza medico-legale sulle lesioni subite dal ragazzo e l'individuazione degli agenti che hanno partecipato all'operazione. Dal canto suo, la Questura ha assicurato che, nel caso si scoprissero «eccessi e abusi», saranno «perseguiti penalmente e sanzionati disciplinarmente». Intanto, i familiari aspettano che Stefano torni a casa: «Mi ha detto che non dorme, m'ha fatto vedere un ematoma su una gamba e la ferita che ha in testa fa impressione - ha detto la madre - Mi ha raccontato che mentre lo picchiavano avevano la bava alla bocca, e un testimone mi ha riferito di aver visto il godimento nel massacro».

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