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I rifiuti dei negozi costano cari

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La tassa aumenta del 2,5%. Per ora le famiglie non corrono rischi

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.Il «ritocchino» arriverà però, formalmente, solo per le utenze commerciali e non quindi per quelle domestiche. L'aumento, che verrà definito nel dettaglio da Ama, è di circa il 2,5 per cento. È stato così approvato dalla Giunta capitolina il pacchetto di tre delibere che rimodulano il servizio e la tariffa dei rifiuti per il 2010. Come annunciato da Il Tempo, i rincari della tariffa saranno proporzionati ai servizi erogati dall'Ama. Secondo questo principio un piccolo aumento, di 30 centesimi a semestre, potrebbe interessare anche le utenze domestiche. Nel pacchetto di delibere presentato dall'assessore capitolino al Bilancio, Maurizio Leo, sono stati definiti anche la convenzione con Ama per la riscossione della tariffa e il nuovo regolamento sull'applicazione sperimentale della Ta.ri, alla luce dei principi sanciti dalla Corte Costituzionale che ha imposto di togliere l'Iva alla tariffa. Per quanto riguarda il servizio di raccolta rifiuti, l'Ama avrà l'obbligo di aumentarlo e migliorarlo e da qui, appunto, la tariffa sarà rimodulata per assicurare l'integrale copertura dei costi del servizio. Se dunque si conferma una sostanziale stabilità della Tari a carico delle famiglie, ci sarà un moderato aumento di qualche punto percentuale a carico dei soggetti commerciali (imprese e lavoratori autonomi) che potranno però recuperare parte della maggiorazione con minori imposte dirette e Irap. «Nel quadro delle speciali iniziative di contrasto all'evasione e elusione fiscale, avviate dall'assessore Leo - si legge nella nota del Comune - rivestirà una rilevanza particolare il piano di recupero dell'evasione nel settore della Ta.Ri». La nuova convenzione con l'Ama trasferisce invece al Comune la gestione dell'entrata riscossa dal gestore di servizio, quindi se da una parte l'Iva (10%) non potrà più essere conteggiata nella bolletta Tari, dovrà comunque essere pagata alle casse dell'erario dall'amministrazione comunale in quanto committente del servizio. Un uscita che il Comune dovrà in qualche modo pareggiare.

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