Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Passione Parkour

Esplora:
Parkour a Tor Bella Monaca

  • a
  • a
  • a

Il corpo e la mente. Poi un volo, al di là di un muro. Un salto. E un altro. Per arrivare sempre più alto. E superare ogni ostacolo. È il Parkour. Una disciplina che fonde l'uomo con la natura. Il fisico con lo spirito. Si pratica in strada. Tra la gente. Nei parchi. Scavalcando auto e pareti dipinte da giovani in cerca di libertà. A Roma si radunano nelle periferie. Il «quartier generale» è Tor Bella Monaca. Del resto, tutto è nato qui. Tra un teatro e un parcheggio. Quando Fabio Saraceni, detto Flow, si è fermato sei anni fa a guardare quei muri e ha iniziato a correre. Saltando. Scalando i muretti. Aggrapandosi su per una scala antincendio. E poi correndo ancora. Sempre più forte. Per spingersi oltre, col corpo e la mente. Il Parkour è l'arte dello spostamento. Fabio l'ha appreso dai francesi, i veri fondatori di questo sport. E ha portato i loro segreti in Italia. Ora, a sei primavere di distanza, il posto è sempre lo stesso. Ma non è più solo. Con lui ci sono centinaia di ragazzi che ogni settimana si allenano con costanza per due ore al giorno. «L'allenamento è fisico e mentale - spiega Flow - ci sono esercizi di equilibrio. C'è una preparazione importante che si esegue in palestra, poi si passa alla strada». E si inizia a volare. Vedendoli galoppare e balzare sembra avere davanti un fluido continuo che passa attraverso le barriere architettoniche di Tor Bella Monaca. Stare in equilibrio su un marciapiede o su un cornicione è la stessa cosa. Si può fare. È questione di testa, come dicono loro. Il Parkour non è una disciplina che vuole semplicemente potenziare il corpo. C'è uno scopo: diventare più forti per essere più utili a se stessi e agli altri: «Superare l'ostacolo - racconta Fabio guardando i suoi ragazzi che saltano sopra un corrimano del parcheggio - è qualcosa che va oltre l'ostacolo fisico. Il superamento di una barriera è uno stato mentale. Si può fare in più modi.Quando noi pensiamo che non ce la faremo sbagliamo. Basta trovare la forza dentro di noi». Quei giovani che lo praticano dicono che la vita gli è cambiata. Hanno trovato in questo sport la possibilità di pensare diversamente. Di trovare una soluzione. Sempre. E trasformare quello che poteva sembrare un ostacolo in un appiglio per arrivare sempre più in alto. Davanti a quel muro del parcheggio, certo. Ma anche di fronte ai problemi di tutti i giorni. «Tanta gente si è avvicinata al Parkour perché qui trova qualcosa di vero. Quelli che iniziano difficilmente mollano». E poi c'è il gruppo. Eterogeneo. Dove non esiste destra e sinistra, colore della pelle o differenza di religione. È uno sport per singoli ma crea un legame fortissimo tra tutti i partecipanti. Durante gli allenamenti c'è sempre qualcuno che sembra non farcela. Che prova ad arrivare in fondo ma si ferma. È a quel punto che trova negli altri un appiglio. L'incoraggiamento. Il compagno, l'amico, anzi il fratello, che torna indietro per accompagnarlo fino alla fine. Nessuno resta indietro. Gli esercizi, dal salto su un albero a restare appesi a un cornicione, si fanno in gruppo. È il sacrificio per crescere assieme. Tutti. Compreso Flow, che in mezzo a loro non è solo un maestro ma una guida in un percorso di vita. Qui, con i suoi giovani, Tor Bella Monaca non sembra quella periferia dipinta di nero dalle cronache dei giornali. «Anche grazie a noi ora è una zona rivalutata. Lo so perché io ci sono nato». Fabio spiega che il suo gruppo ha contribuito a due riqualificazioni. La prima è ambientale: «Questo parcheggio è sempre stato pieno di sporcizia. Cartacce, bottiglie lasciate agli angoli. Ora non più. Siamo noi a ripulirla. Lo facciamo ogni certo numero di allenamenti». La seconda è sociale: «I ragazzi che prima non avevano nulla da fare ora sono all'interno di un circolo». Sono quei giovani che erano privi di passioni e che rischiavano di finire disoccupati. O drogati. O criminali. Avvicinandosi al Parkour non hanno solamente trovato un passatamento. Hanno cambiato la propria mente. «Si avvicinano affascinati dai salti e restano perché apprezzano i valori che offriamo».

Dai blog