Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Farmacia non vende condom Frate gestore: in vetrina mai

default_image

  • a
  • a
  • a

CosìFrà Riccardo, responsabile della farmacia dell'ospedale legata al Fatebenefratelli, l'ospedale dell'Isola Tiberina gestito da un ordine religioso, ha voluto mettere a tacere le polemiche scaturite dalle lamentele di alcuni consumatori che non hanno potuto acquistarvi dei condom perché è stato detto loro «qui siamo cattolici, i preservativi non li vendiamo». Il frate responsabile della farmacia ha mostrato ieri un pacchetto di preservativi come prova di quello che ieri, secondo lui, è stato solo un equivoco. Quanto al diniego dei profilattici, secondo quanto è stato spiegato dal Fatebenefratelli, «è stato dovuto al fatto che in negozio non ci sono scorte ma solo qualche scatola conservata in un cassetto e che viene venduta se richiesta». La motivazione di questa scelta risiede, da una parte nel fatto che «sono in pochi a richiederli dato il target di clienti e quindi alla fine vanno buttati»; poi, però, c'è anche una motivazione religiosa perché «essendo una farmacia legata all'ospedale e gestita da frati ne sposa le linee e quindi non espone i condom. In ogni caso i condom non sono farmaci e quindi non è obbligatorio venderli». Di parere opposto si era già detto l'altro ieri l'immuno-infettivologo Fernando Aiuti, presidente della commissione politiche sanitarie del comune di Roma: «I preservativi - ha ricordato - non sono solo un anticoncezionale ma prevengono malattie sessualmente trasmissibili quindi non ci si può rifiutare di venderli». Il Codacons insiste. «Il ministero della Sanità e il sindaco Alemanno effettuino ispezioni nelle farmacie italiane, in particolare in quelle che fanno capo a ospedali religiosi, come quella del Fatebenefratelli di Roma» ha detto il presidente del Codacons Carlo Rienzi in merito all'episodio denunciato da alcuni cittadini sulla farmacia che si sarebbe rifiutata di vendere preservativi per motivi religiosi. «I preservativi non devono essere neppure nascosti - ha sottolineato Rienzi - vanno esposti perché bisogna permettere ai clienti di comprarli liberamente e con discrezione, senza doverli chiedere direttamente al farmacista e scegliendoli dall'espositore».

Dai blog