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A Tivoli finisce in parità

Marco Vincenzi (Pd) in corsa per le elezioni a sindaco di Tivoli

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Tivoli sceglierà il nuovo sindaco in un ballottaggio che si annuncia equilibrato e sul filo di una manciata di voti. A contenderselo saranno due ex primi cittadini che partono da una differenza di 5 punti percentuali, con uno scarto di 1.648 voti. Ma le cifre che separano il candidato del centrodestra Sandro Gallotti, con 14.914 voti pari al 45,30%, da quello espresso dal Pd più i Verdi, l'assessore provinciale ai Lavori pubblici Marco Vincenzi, con 13.266 voti pari al 40,29%, si assottigliano fino a un sostanziale pareggio nel computo finale dei sette candidati espressi dai due schieramenti. Separati solo da quaranta voti, pari allo 0,6 per cento, considerato che i quattro candidati espressi dal centrosinistra hanno raggranellato insieme 16.481 voti, pari al 50,06%, contro i 16.441 dei tre candidati del centrodestra, fermatosi al 49,94%. Un risultato pressoché analogo al dato delle Regionali, che ha visto però prevalere la coalizione di Renata Polverini con il 49,92% dei voti tiburtini contro il 49,68% andato ad Emma Bonino. Settantatre voti di differenza alle Regionali in più per il centrodestra contro i quaranta in più alle comunali per il centrosinistra. Annoverando però nel computo finale della coalizione anche i 199 voti andati ad una lista civica, «Fondamentare», guidata da un candidato sindaco, Silvano Solini, che alle Regionali ha corso sotto la bandiera di Sinistra ecologia e libertà. Ma il partito di Vendola a Tivoli ha schierato il presidente del locale circolo di Legambiente, Gianni Innocenti, il quale ha raccolto il 2,20%. Meglio è andata al candidato dell'Italia dei valori e di Rifondazione comunista, l'assessore provinciale alla Sicurezza e Protezione civile, Ezio Paluzzi, al quale sono andati 2.291 voti, pari al 6,96%. Un dato a cui tende la mano il collega di Paluzzi nella giunta provinciale di Zingaretti: «Siamo per una massima apertura che favorisca un accordo politico di tutte le forze del centrosinistra», dice il candidato Marco Vincenzi in vista del ballottaggio dell'11 e 12 aprile. Il medico 52enne, già sindaco per due mandati dal 1999 al 2008, si dice «molto fiducioso anche perché il centrosinistra ha già superato sia pur di poco il 50% dei voti. Un risultato positivo che vede tornare il Pd primo partito della città per dar vita a un nuovo programma di governo chiaro e concreto». Anche l'imprenditore 63enne Sandro Gallotti, già primo cittadino tiburtino dal 1996 al 1998, è ottimista per il ballottaggio: «Una soluzione prevedibile. Non possiamo lamentarci di nulla: i quartieri hanno risposto bene, Bagni e gli Arci, che erano un feudo del centrosinistra sono andati a noi. Anche a Villa Adriana, dove la sinistra ha sempre fatto il pieno, abbiamo tenuto bene. Non posso che felicitarmi sul valore aggiunto della mia candidatura sui voti di lista. Ora dobbiamo partire dai dati che abbiamo per convincere tutto il nostro elettorato, più i cittadini che non ne possono più del mio contendente che da dodici anni spadroneggia su Tivoli, a voltare pagina. In queste due settimane dimostrerò come il bilancio dell'Asa, delle Acque Albule Spa, siano fallimentari e come sia stata sciagurata la scelta di far sottoscrivere operazioni di derivati da parte del Comune. La sinistra ci ha lasciato la città in ginocchio. Sta a noi rimetterla in piedi». Facendo però appello anche ai 1.408 elettori di Andrea Napoleoni, che nel 2008 è stato il candidato unitario del centrodestra e stavolta ha deciso di capeggiare, in extremis, la civica «Io progetto Tivoli», raccogliendo il 4,28%. E appoggiandosi anche ai 119 votanti della Fiamma tricolore, che hanno assegnato lo 0,36% al segretario provinciale del partito Stefano Tersigni.

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