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La giunta preme l'acceleratore sull'aumento delle tariffe dei taxi.

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Introducealcune novità importanti a tutela del cliente. Ma se con una mano dà, con l'altra toglie. Una corsa per l'aeroporto potrà venire a costare più di un volo low cost per Londra. Al momento gli unici a dichiararsi apertamente soddisfatti sono i tassisti. I consumatori hanno già dissotterrato l'ascia di guerra. I passeggeri dovrebbero spendere in media il 10% in più. Perché con le nuove regole viene abolita la tariffa 2 (quella extraurbana) e si introduce una «tariffa progressiva mista». In pratica si combina il tempo impiegato con la distanza percorsa. Semplificando, il prezzo varierà a seconda di quanto si resta imbottigliati nel traffico. Le corse brevi dovrebbero costare di più (soprattutto i primi 5 chilometri nel centro storico). Quelle lunghe di meno. Il costo infatti cala dal quinto al decimo chilometro per poi risalire fino al ventesimo. Lo scatto iniziale aumenterà di 20 centesimi. Un tragitto per gli aeroporti 5 euro in più. E per Civitavecchia la cifra astronomica di 120 euro (conviene di gran lunga il treno). È vero però che ci sono anche degli aspetti positivi: l'eliminazione del supplemento di 2 euro per le corse in partenza da Termini, l'inasprimento delle sanzioni per i disonesti, le colonnine informative davanti agli alberghi e il sistema bluetooth per prenotare dal telefonino. Adesso la riforma dovrà approdare in Consiglio dove la battaglia è già assicurata. I consumatori attendono al varco.

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