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Il ritorno dei mecenati

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Oltre15 mila visitatori in tre giorni. Un record assoluto per la mostra di Caravaggio alle Scuderie del Quirinale. È solo l'ultimo dato di una stagione straordinaria per la cultura capitolina. Ne è consapevole l'assessore capitolino alla Cultura, Umberto Croppi che incassa con orgoglio il sucesso. «Si tratta di risultati straordinari, in un anno segnato dalla crisi e che ha registrato un calo dell'affluenza ai musei del 20% in Italia e del 15% in Europa. Roma, invece cresce del 10%». Fortuna o strategia? «Strategia. I dati del polo museale di Roma dimostrano che senza aumentare gli investimenti ma migliorando standard e offerte il pubblico cresce. Non solo, anche la stampa internazionale sta tornando a parlare di Roma, basti pensare che molte delle 50 mila prenotazioni per la mostra del Caravaggio provengono dall'estero e che oltre la metà dei visitatori del Macro è straniero». Il Macro ha segnato un incremento del 95%. Significa che Roma non è solo «passato»? «Abbiamo puntato molto sul contemporaneo, con mostre ed esposizioni anche di design facendo entrare Roma nei circuiti contemporanei. La Capitale del resto è stata capace di produrre arte e architettura in tutte le epoche, ora vogliamo tornare ad essere laboratorio di creatività, così come è stato per millenni». Insomma, la «notte bianca» splamata in 365 giorni sembra aver funzionato. Tra gli eventi più attesi la «Notte dei musei» a maggio, ci sarà anche quest'anno? «Assolutamente sì, così come continueremo ad organizzare eventi e manifestazioni tutto l'anno». Finanziamenti, da sempre sono la nota dolente della cultura. Novità? «Nel 2009 abbiamo fatto uno sforzo consistente sia in termini percentuali sia in termini assoluti, investendo circa 130 milioni di euro, molto di più rispetto agli anni passati. Per il 2010 dobbiamo ancora fare il bilancio, per il quale tra l'altro ci sono seri problemi e non solo per la cultura». La cultura però conta da sempre sui mecenati. «Molto bene, gli investitori ci riconoscono un cambio di passo fondamentale cioè non considerarli come un bancomat ma veri e propri partner che partecipano attivamente alla realizzazione di progetti». Un sondaggio dell'assessorato dice che un italiano su tre sarebbe pronto a donare una somma di denaro ai musei. Quali incentivi prevedete di mettere in campo? «Innanzitutto con una campagna di informazione, in pochi sanno che le donazioni ai musei possono essere detratte. In questo senso occorrerebbe che il governo rivedesse le percentuali di donazioni. Mentre le aziende possono detrarre il 100%, al cittadino è consentita una detrazione del 19%. Aumentarla sarebbe un ottimo inizio. Inoltre, incentiveremo la costituzione di strutture tipo club per fidelizzare il visitatore in cambio di servizi aggiuntivi all'offerta culturale». Parliamo un po' di teatro, sembra che il sistema sia entrato in crisi. «Occorre migliorare la qualità delle produzioni che spesso si limitano a prendere quello che c'è nel circuito. Vedremo poi il futuro dell'Argentina, mentre abbiamo portato a termine un'importante riorganizzazione dei teatri di cintura, dove quello di Ostia ne era curiosamente escluso. Altro discorso invece per i teatri privati, come l'Ambra Jovinelli. In questo caso non possiamo fare altro che mediare con la proprietà». Sus. Nov.

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