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Bianchini, il processo sarà off limits

Bianchini all'epoca dell'arresto nel 2009

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Nessuno potrà assistere al processo contro il presunto stupratore dei garage. Aula di giustizia off limits per chiunque non fa direttamente parte del procedimento penale che vede imputato Luca Bianchini, accusato di aver violentato tre ragazze tra l'Ardeatino e la Bufalotta. A scatenare polemiche sono state, però, le motivazioni lette dal presidente della settima sezione del Tribunale, il giudice Aldo Scivicco: «Non si ravvisano esigenze di rilevanza sociale e va salvaguardato l'interesse della vita privata delle parti offese». Insomma, secondo la Corte, il processo contro l'ex segretario del circolo del Pd al Torrino non ha «rilevanza sociale». Lo stesso imputato aveva invece chiesto di celebrare il dibattimento a porte aperte. Allo stesso tempo, però, il giudice ha ammesso come parte civile, oltre alle vittime delle violenze sessuali, anche il Comune di Roma. «Sono d'accordo al processo a porte chiuse limitatamente al momento in cui fossero state chiamate a testimoniare le parti offese - ha dichiarato il difensore di Bianchini, l'avvocato Bruno Andreozzi - ma avevo sostenuto l'esigenza della pubblicità del dibattimento. In effetti c'è un'appartente contraddizione tra l'aver ammesso il Comune come parte civile e come rappresentante appunto di una comunità che si sente lesa e quindi come un'esigenza sociale da rispettare e dare una motivazione di quel tipo». Luca Bianchini, che era presente in aula, seduto di fronte a una delle sue presunte vittime, con indosso una giacca nera e con il volto dimagrito rispetto al giorno del suo arresto, lo scorso 10 luglio, è accusato di aver violentato tre donne: il 5 aprile all'Ardeatina, il 2 giungo alla Bufalotta ai danni di una giornalista e il 2 luglio la vittima è stata una studentessa. L'imputato continua, comunque, a dichiararsi innocente, di non essere lui lo stupratore e che nel corso del processo dimostrerà la sua totale estraneità. «Il mio cliente non è pazzo - ha detto l'altro suo difensore, l'avvocato Giorgio Olmi - anche la prova del dna non ci convince perché è stata effettuata, la seconda volta, soltanto sul mio assistito e non sui reperti». Intanto, le indagini degli inquirenti continuano per capire se Bianchini può essere responsabile di altri abusi: la procura sta esaminando altri 400 fascicoli che fanno riferimento a violenze compiute a Roma e ancora senza un colpevole.

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