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Caso Brenda, arriva Garofano

La madre di Brenda con l'amica del transessuale deceduto

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La famiglia della transessuale Brenda da subito ha chiesto di fare tutto il possibile per far luce sulla sua morte. E proprio per conoscere la verità, i legali hanno nominato un «superconsulente», l'ex comandante dei carabinieri del Ris, Luciano Garofano. L'esperto dovrà infatti dirigere il lavoro di altri tecnici che stanno cercando di arrivare alla verità e capire come sia divampato l'incendio nell'appartamento della trans in via Due Ponti 180. Gli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, hanno infatti deciso di presentare un'istanza al pubblico minitero per chiedere di poter svolgere un sopralluogo nella casa che è stata parzialmente distrutta dalle fiamme e dal fumo: la vittima, secondo l'autopsia, è morta per aver inalato ossido di carbonio. «È la nostra risposta alla famiglia di Brenda - hanno dichiarato i penalisti Biscotti e Gentile - che chiede di essere aiutata a fare chiarezza e verità e quindi abbiamo chiesto ai migliori consulenti italiani di aiutarci a dare verità a questa famiglia». La transessuale, che è stata coinvolta nello scandalo che ha colpito l'ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, è stata trovata senza vita il 20 novembre scorso. Per la morte di Brenda la procura ha ipotizzato l'omicidio volontario. Reato che ha permesso agli inquirenti di svolgere una serie di accertamenti tecnici. Tra questi, il sequestro del computer portatile trovato nel lavandino del suo appartamento, contenente 130 gigabyte di file. Inizialmente gli investigatori sospettavano che potessero esserci elementi utili anche alle indagini sulla presunta estorisione a Marrazzo. Fino ad ora, però, gli esperti sia della polizia, sia dei carabinieri, non hanno trovato materiale interessante per le indagini e neanche ulteriori video scandalo con personaggi famosi. La consulenza sarà comunque depositata nei prossimi giorni sul tavolo del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. Intanto proseguono le indagini anche sulla morte del pusher dei trans, Gianguerino Cafasso: anche in questo fascicolo è stato ipotizzato l'omicidio volontario.  

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