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La Consulta rimuove i manager Asl prorogati da Marrazzo

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.La Corte costituzionale ha bocciato la proroga dei direttori generali della Sanità fatta da Marrazzo mentre la sanità laziale era commissariata. E Duccio Prosperi, segretario regionale Ugl Università e ricerca, prevede un effetto domino, dopo la «storica sentenza» che dà «uno schiaffo alla politica dell'ex Giunta» che ha prorogato al 30 giugno i direttori generali, sanitari e amministrativi delle Asl del Lazio «mentre la sanità laziale era commissariata». La Consulta ha infatti in parte bocciato la legge di assestamento di bilancio della Regione dell'agosto 2008, ritenendo la proroga automatica dei contratti dei dirigenti sanitari in contrasto con quanto previsto dalla deliberazione governativa che attribuisce al commissario «ad acta» la facoltà di proporre la sostituzione dei manager. La Consulta - nella sentenza n. 3 del giudice Alfonso Quaranta e depositata in cancelleria giovedì sera - ha inoltre dichiarato illegittimo anche l'art. 1, comma 69 della legge regionale nella parte in cui prevede forme di incentivazione economica per la mobilità volontaria e meccanismi di incentivi all'esodo del personale del comparto sanità. Tali misure - scrive la Corte - si presentano «non coerenti rispetto all'obiettivo, pur dichiaratamente perseguito» nel piano di rientro sanitario, e inoltre hanno il «vizio della irragionevolezza intrinseca» e violano il «principio del buon andamento della pubblica amministrazione» perché non coordinate con i poteri del commissario ad acta. «Gli sbagli della vecchia Regione adesso ricadranno su migliaia di lavoratori - commenta Prosperi - compresi i precari con contratto in scadenza».

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