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Ai capitolini restauro in diretta di una tela di Caravaggio

Campidoglio

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Due o tre settimane di lavoro basteranno al restauratore Nicola Salini per riportare alla luce i colori originali stesi oltre 400 anni fa sulla tela dal Caravaggio per rappresentare "un insolito e laico" San Giovanni Battista. L'intervento, fortemente voluto dal sovraintendente ai beni culturali del comune di Roma Umberto Broccoli, si svolge nella Sala di Santa Petronilla della Pinacoteca Capitolina, dove il quadro si trova abitualmente, in un piccolo cantiere allestito per l'occasione. Ed è bello vedere il tecnico al lavoro mentre i visitatori incuriositi si accostano ad osservare; qualcuno fa domande, Salini risponde brevemente e poi torna alla sua arte. Ieri l'intero panneggio, che si trova sul lato sinistro del Santo, era stato trattato e con i colori brillava la magica luce che solo l'artista lombardo è riuscito ad imprimere nelle sue rappresentazioni. «L'opera in corso - ha detto Sergio Guarino, responsabile del restauro dei Musei Capitolini - riguarda in particolare la rimozione delle alterazioni degli strati protettivi, delle vernici ossidate e delle antiche ridipinture localizzate effettuate nei due precedenti restauri, il primo, straordinariamente innovativo voluto dall'allora direttore Carlo Pietrangeli, che risale al 1953, il secondo del 1980. Interventi che hanno garantito l'ottimo stato di conservazione odierno del quadro. Prevediamo di terminare il restauro entro la metà di gennaio 2010, conclude Guarino, sempre che non ci siano sorprese inattese». Già, perché il dipinto ha una storia ricca di sorprese, per non dire tormentata, un po' come fu la vita dello stesso autore. Caravaggio dipinge il San Giovanni Battista nel periodo che va tra il 1598 ed il 1602 per Ciriaco Mattei, autorevole discendente di una delle più potenti famiglie nobili romane dell'epoca, che volle così celebrare la nascita di suo figlio di nome Giovanni Battista. Un quadro destinato ad un uso privato, da esporre in una delle numerose sale del sontuoso palazzo di famiglia che ancora oggi si trova nei pressi di Botteghe Oscure. L'opera venne venduta nel 1627 al Cardinale Del Monte per passare nelle mani della famiglia Pio agli inizi del '700 ed approdare nel 1750 in Campidoglio dove venne unito ad altri pezzi di altre collezioni, Pio Savoia e Sacchetti le principali. L'opera del Caravaggio, tra le due guerre, venne destinata ad abbellire una parete dell'ufficio del sindaco e solo nel 1957, ricorda Maria Elisa Tittoni, storica dell'arte, venne, possiamo dire, "riscoperta" e valorizzata come merita. Un particolare importante viene evidenziato dal direttore Guarino: «il Caravaggio usò come modello del Battista uno dei bellissimi Nudi affrescati dal Michelangelo nella volta della Cappella Sistina. Segno evidente, conclude, che le grandi opere d'arte non nascono da un improvviso lampo di genio, ma sono il risultato combinato di talento, studio e impegno costante».

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