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Tarocchi anti-arresto In cella 18 spacciatori

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Èquesto l'arredamento che si sono trovati di fronte i finanzieri di Fiumicino, al momento dell'irruzione nella casa della coppia brasiliana a capo di un'organizzazione dedita al narcotraffico. Le indagini dei militari, concluse con 18 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip Romina Incutti su richiesta del pm Leonardo Frisani, erano scattate a Natale 2008 dal sequestro, effettuato all'aeroporto Leonardo da Vinci, di 8 chili di cocaina occultati nelle confezioni di carne brasiliana; da qui il nome in codice dell'operazione «churrasco», ossia la carne da cuocere alla brace. Dopo una serie di ulteriori blitz, le Fiamme Gialle sono risalite fino ai capi del clan, due brasiliani, un 30enne e una 44enne, residenti tra Ardea e Pomezia che, nonostante le pressioni della Finanza, hanno portato avanti i loro traffici, dirottando la merce anche su altri aeroporti. Un esempio, il sequestro di altri 8 chili di coca, sempre nascosta tra la carne, presso lo scalo di Lugano con l'arresto di una coppia di romani, pronti a partire per Ardea con un'auto a noleggio. Le indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche e tecniche di georeferenziazione, non hanno lasciato scampo nemmeno alla 53enne romana scesa a Termini da Milano con 4 chili di coca in valigia e diretta verso la località pontina. A «rassicurare» i boss, nonostante i fallimenti, erano proprio le predizioni dei santoni della loro comunità rutula, aderenti a una setta animista, che ogni volta profetizzavano il buon esito dei trasporti con l'interrogazione di spiriti dell'oltretomba, carte e tarocchi, consultati anche per sapere se i telefoni fossero sotto controllo. Gli accertamenti patrimoniali sui 18 affiliati, hanno evidenziato inoltre come, a fronte di redditi quasi nulli, gli indagati conducessero un alto tenore di vita e possedessero ville e auto lussuose. Circa 25 i chili di cocaina purissima sequestrata che sarebbe finita sul mercato del litorale romano e avrebbe fruttato oltre 7 milioni di euro.

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