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Liste "rosa a metà", scontro sulla nuova legge elettorale

Regione - Il Consiglio

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Garantire nelle liste per le elezioni regionali il 50 per cento di donne candidate. È questa la richiesta avanzata dal responsabile nazionale delle Pari opportunità del Pdl, Barbara Saltamartini, nel caso in cui dalla nuova legge elettorale del Lazio dovesse sparire il listino, l'elenco di 14 consiglieri eletti automaticamente con il presidente della Giunta. Sulla proposta il Pdl è compatto e intenzionato a portare avanti questa battaglia. «Nel momento in cui il Consiglio regionale del Lazio si appresta a discutere la riforma della sua legge elettorale - spiega la Saltamartini - che la maggioranza di centrosinistra, proponendo l'eliminazione del listino maggioritario voluto dal centrodestra al governo nella passata legislatura e che prevedeva la presenza di entrambi i sessi in pari misura, di fatto impedisce che tra gli eletti sia garantita la rappresentanza femminile. Di fronte a questa ennesima beffa ho chiesto al coordinatore regionale del Pdl Vincenzo Piso di farsi promotore con i nostri eletti in Regione e con gli organi territoriali del partito di un emendamento correttivo con il quale, nel caso in cui fosse confermata la proposta di eliminare il listino maggioritario, si preveda che le liste proporzionali siano formulate secondo il principio dell'alternanza dei sessi, garantendo la presenza del 50 per cento di donne candidate. Con questa proposta otterremo almeno un risultato. Infatti, il premio di maggioranza assegnato alla coalizione vincente, che quindi porterebbe in Consiglio più di 35 eletti, garantirà la presenza certa di uomini e donne». La proposta della Saltamartini è condivisa in pieno dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, secondo cui «una maggiore presenza delle donne nelle istituzioni è un traguardo che l'Italia deve assolutamente raggiungere» e «dare un segnale che prenda il via dalle istituzioni locali sarebbe fondamentale per instaurare un circolo virtuoso che parta dal basso». Per il segretario regionale del Pdl Piso, poi, il ragionamento della responsabile Pari opportunità del partito deve far riflettere sulla presenza del listino. «Vorremmo capire - afferma - quale è la posizione della maggioranza regionale perché, a fronte delle posizioni espresse nella commissione competente, registriamo una serie di segnali preelettorali del presidente della Regione che vanno nella direzione opposta». L'idea della Saltamartini è accolta con favore anche dal leader dei Cristiano popolari Mario Baccini, il quale però chiede «un impegno concreto per eleggere le donne» e «non solo per presentarle in lista» mentre l'Udc punta al mantenimento del listino. «A nostro giudizio - sottolineano i consiglieri regionali Aldo Forte e Rodolfo Gigli - il mantenimento del listino, opportunamente utilizzato dal candidato presidente, dovrebbe essere invece lo strumento attraverso cui garantire una rappresentanza più equilibrata non solo dal punto della presenza di uomini e donne, ma anche per assicurare un'adeguata rappresentatività di tutti i territori». Ma per il vicepresidente della Pisana e segretario provinciale di Roma del Pd «con l'eliminazione del listino c'è la certezza che tutte le province del Lazio vengano rappresentate in Consiglio regionale». Per il consigliere capitolino Monica Cirinnà, invece, la proposta avanzata dalla Saltamartini non risolve appieno il problema della rappresentanza femminile nelle istituzioni e invita l'esponente del Pdl a valutare l'idea della «doppia preferenza di genere da introdurre nelle prossime leggi elettorali regionali anche nel caso del mantenimento del listino». «La doppia preferenza - spiega - consiste nell'introdurre la regola che in tutte quelle elezioni dove è possibile esprimere la preferenza, essa potrà essere doppia solo nel caso in cui l'elettore scelga un uomo e una donna, contrariamente la preferenza rimarrà singola».

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