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"Poche infrastrutture, costruitele coi soldi che dovete alle imprese"

Traffico e caos al centro di Roma

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Servono soldi, ma ancora di più infrastrutture. Le misure per dare ossigeno alle imprese vanno bene, ma poi gli imprenditori non devono incappare nelle maglie di una pubblica amministrazione che ritarda o a volte, addirittura, blocca i pagamenti. Così come molto ancora c'è da fare sulla sanità, sul tema dell'energia e dell'innovazione, sui progetti che possono «dare lustro» alla Regione e alla Capitale, come il Gran Premio di Formula 1. È un Maurizio Flammini che non risparmia critiche a chi ha il compito di amministrare la Regione quando si parla di crisi delle imprese e di economia che sta ancora attraversando un momento di forte difficoltà. «Bisognerà aspettare la seconda parte del 2009 per uscire dal tunnel delle cifre negative - dice il Presidente della Federlazio, che ha commentato ieri l'indagine sul I semestre 2009 su un campione di 350 imprese associate - Le imprese stanno facendo la loro parte non avendo smesso di investire neanche in questa fase negativa. Anche le Istituzioni, però, devono fare la loro parte e dare supporto al sistema produttivo in termini di azioni per lo sviluppo». E se i ritardi dei pagamenti alle aziende sono l'«eterna» questione che stenta a risolversi e sulla quale, invece, non dovrebbero esserci «tentennamenti, secondo il principio che le imprese che forniscono beni o servizi alla pubblica amministrazione devono essere pagate entro un mese», Flammini si dice pronto a «rinunciare anche ai soldi se ci dessero infrastrutture per colmare il gap tra Roma e il resto del territorio regionale». Una provocazione per ricordare che «le opere importanti in programma vanno accelerate». A cominciare dall'aeroporto di Viterbo, al raddoppio della Salaria, all'autostrada Roma-Latina e alla conclusione del collegamento veloce Roma-Fiumicino, passando dalla Fiera. «È un assurdo storico - sostiene il presidente Federlazio - che si arrivi alla Fiera solo in auto». Rilanciare l'economia significa anche sostenere iniziative come quelle del Gran Premio di Formula 1 a Roma. Flammini torna sul progetto che gli sta più a cuore: «La gara porterà oltre un miliardo e mezzo nelle casse del Lazio e oltre 200 milioni in quelle delle istituzioni. Servirà anche ad avere infrastrutture e a migliorare il quartiere dell'Eur». Numeri importanti per scuotere un'economia regionale attualmente in fase negativa. L'analisi Federlazio è impietosa quando si parla di calo degli ordinativi, fatturato delle aziende, ricorso alla cassa integrazione. Ma, soprattutto, l'export. Nei primi cinque mesi di quest'anno le esportazioni e le importazioni del Lazio sono, rispettivamente, diminuite del 17,5% e del 12,5%. La flessione maggiore è sul mercato extra Unione europea con un -21,5%, rispetto al -14,5% rilevato per l'area Unione Europea. Vanno peggio chimico, tessile e infromatica. Va meglio, invece, se si analizza al rapporto tra natalità e mortalità delle imprese: le nuove iscrizioni continuano a superare le cancellazioni. E ancora meglio se si guarda al futuro. Oltre la metà delle imprese a campione prevede di fare investimenti nel secondo semestre 2009, una discreta parte di ampliare l'organico e di investire. Quanto alla percezione della crisi, il 60% degli imprenditori è convinto che «si intravede una luce in fondo al tunnel» e che «il peggio è ormai passato». Per dirla alla Flammini: «C'è un presente ancora inequivocabilmente nero, ma un futuro grigio».

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