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Delitto a colpi di chiave inglese Imputato finisce davanti al gup

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41anni, romano, ritenuto responsabile dell'omicidio di Massimiliano Patis e del tentato omicidio di Alessandro De Antonis, avvenuti in un autosalone di via Tito Livio, alla Balduina, il 22 dicembre 2008. Il pubblico ministero Antonella Nespola ha infatti chiesto il giudizio immediato nei suoi confronti e la difesa che sia giudicato con rito abbreviato condizionato allo svolgimento di una perizia per valutare le condizioni mentali dell'uomo. A tale accertamento la procura sarebbe intenzionata ad opporsi. A decidere sarà comunque il gup Valerio Savio nell'udienza fissata per il 21 ottobre prossimo. M.M. è ancora detenuto dopo essere stato individuato come presunto responsabile del delitto e arrestato il 26 maggio scorso. Secondo la ricostruzione degli investigatori, il delitto sarebbe scaturito dopo una violenta lite legata alla vendita di un'automobile, in realtà mai avvenuta. Ad inchiodare l'imputato è stato De Antonis che, dopo essersi ripreso dalle gravi ferite (gli fu spaccato il cranio), ha collaborato con gli inquirenti per ricostruire quanto avvenuto nell'autosalone. L'imputato era dipendente della Mercedes Italia e in passato aveva già avuto qualche grana per operazioni non del tutto chiare. Gli investigatori sequestrarono una documentazione, risultata del tutto falsa, dalla quale emerge la compravendita di una Mercedes. Era anche stato aperto un finanziamento per 40 mila euro ma la targa dell'automobile corrisponde a una vettura già esistente e che si trovava a Pordenone mentre il numero di telaio corrispondeva a un'altra macchina che non è mai stata venduta dalla Mercedes. Sarebbero state le pressanti richieste di De Antonis sul bonifico del finanziamento a far scattare la violenta reazione di Magliocchetti che, dopo essersi armato di una pinza-pappagallo, ha colpito violentemente al capo il titolare dell'autosalone per poi aggredire il 38enne nipote uccidendolo sul colpo. Fu lo stesso M.M. a telefonare alle forze dell'ordine per avvertire del delitto, probabilmente per giustificare la sua presenza sul luogo del delitto.

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