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Alla Pisacane addio ai bambini italiani

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Aveva già fatto clamore la primavera scorsa, quando il «caso Pisacane» arrivò in Parlamento. Ora la scuola del Prenestino che aveva tra i suoi alunni 17 bimbi italiani su 180 iscritti è destinata a marcare ancora il record della Capitale. Così, se l'anno scorso la prima elementare era composta da tre bambini italiani su 21, tra pochi giorni si apriranno le porte di tre classi «la seconda, la terza e la quarta elementare», precisa Flora Arcangeli, presidente del «comitato mamme della Pisacane» che per prima sollevò l'allarme sulla «scuola ghetto» di Tor Pignattara, «che saranno frequentate unicamente da alunni stranieri. Le iscrizioni dei bambini italiani sono infatti diminuite anche perché - spiega la Arcangeli - la circolare del ministro Gelmini per l'istituzione del tetto del 30 per cento di stranieri nelle classi non è mai arrivata e la situazione è rimasta ferma, anzi quest'anno neanche si formerà la prima classe». Mediatori culturali, «piccoli gruppi» composti da cinque stranieri per classe sono progetti che devono ancora decollare. E intanto i quartieri capitolini contano sempre più zone «mono-etniche», dove case, negozi, alimentari e ora anche le scuole parlano una sola lingua, e non è l'italiano. Un danno enorme per l'integrazione sociale e culturale da una parte, e una forma di «discriminazione» al contrario che inizia a prevalere, dall'altra. Capita così che nei presepi ci siano i minareti e, come si sperimentò per qualche mese, nelle mense si mangi couscous invece di pasta al pomodoro. L'integrazione, insomma, sembra compiersi al contrario, creando non pochi problemi sia agli alunni italiani, sia agli alunni stranieri. Le linee guida del ministro che lasciano all'autonomia scolastica, e dunque alla discrezionalità dei singoli soggetti, la possibilità di costituire classi equilibrate sono di fatto inapplicate. Eppure, in altre città le cose sono andate diversamente. A Bolzano e a Vicenza le amministrazioni comunali hanno siglato un accordo con i direttori scolastici regionali e si sono stabilite delle «quote» ben precise: la provincia autonoma di Bolzano ha fissato il numero degli alunni stranieri per classe al 30%, mentre il sindaco di Vicenza ha stabilito il «tetto» massimo di tre alunni stranieri per classe. L'intento della giunta Alemanno era quello di fissare il limite a cinque alunni stranieri per classe, con il progetto dei cosiddetti «piccoli gruppi» di inserimento. Tutto quello che si è registrato in questi mesi alla Pisacane è stato invece il discutibile intento della dirigente scolastica di cambiare il nome alla scuola intitolata all'eroe risorgimentale con quello di Makiguchi Tsunesaburo, «noto» pedagogo giapponese. Almeno questo però non è accaduto e la scuola di Tor Pignattara continua a chiamarsi Pisacane, almeno per quest'anno.

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