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Spinge l'amica sotto il treno, filmata

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Piramide La donna, 63 anni, arrestata dai carabinieri: «Non so perché l'ho fatto»

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.«Ho solo fatto il mio dovere» racconterà emozionato Fabio, 30 anni, assunto dal 2001, spiega il responsabile dell'ufficio stampa Gianluca Naso, un lavoratore attento ma che «non cerca notorietà», e che adesso appare visibilmente «sotto choc» anche se si dichiara «felice» quando gli dicono che la donna, pur gravissima, sopravviverà se non ci saranno complicazioni. «Ce l'ho messa tutta per salvarle la vita — racconta - quando ho visto il corpo sui biari ho capito subito che non ce l'avrebbe mai fatta a rialzarsi e risalire». Ma le telecamere mostrano anche la freddezza della donna in canotta rosa, coi capelli tirati su, ancora piacente, nonostante i suoi 67 anni suonati, che gira sui tacchi e se ne va, come se nulla fosse accaduto. Senza emozioni come l'indifferenza dei passeggeri in attesa del treno che sembrano non accorgersi di quel che sta accadendo, chissà, forse solo perché nella torrida estate romana ognuno si fa i fatti suoi mentre aspetta il treno. Ai carabinieri non ha saputo dare spiegazioni al folle gesto. Quando i militari della compagnia Roma Eur diretti dal comandante ad interim, il tenente Dario Conte, sono andati ad arrestarla nel suo appartamento, in un elegante palazzo nel quartiere residenziale Italia, nei pressi di piazza Bologna, la sessantasettenne pensionata dell'ex ministero del Tesoro, vedova e senza figlia, è caduta dalle nuvole e con tranquillità ha chiesto ai carabinieri: «Che cosa volete a quest'ora, che cosa è successo». E quando i militari le hanno risposto che erano lì per arrestarla perché aveva spinto nel pomeriggio l'amica sotto un treno della metropolitana e che aveva ridotto la vittima in gravi condizioni, la pensionata ha risposto: «Non so che cosa è successo, io sono andata via con lei». Neppure dalla vittima, 63 anni, i carabinieri sono riusciti a sapere i motivi del gesto. La donna, anche lei pensionata, sposata e con due figli, non è stata in grado di parlare, in seguito alle gravi lesioni e alle fratture subite in varie parti del corpo. È intubata e sotto sedativi, ricoverata in prognosi riservata per fratture multiple, nel reparto rianimazione dell'ospedale San Giovanni e non può parlare. Non è in pericolo di vita, anche se purtroppo però rischia l'amputazione di un piede. Non sono in grado di capacitarsi di ciò che è accaduto neppure il marito e i figli. L'amicizia tra le due donne, che abitano nello stesso quartiere, risale a quattro anni fa. Facevano viaggi insieme e ieri erano andate a fare un giro per Roma come spesso facevano. La donna arrestata, per i vicini di casa «una persona tranquilla e rispettabilissima», è nel carcere di Rebibbia in attesa di essere interrogata dal magistrato e ascoltata da psicologi. È stata individuata attraverso i filmati registrati del sistema di videosorveglianza che ci sono nelle stazioni della metropolitana romana. I carabinieri stanno verificando se la donna sia seguita da psicologi o da centri psichiatrici.

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