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Ma i residenti sono felici «E ora rigore sulle licenze»

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«Unamisura che tiene conto del grande problema sociale che è l'alcol e la droga tra i giovani – spiega Viviana Di Capua, presidente dell'associazione Abitanti del centro storico – gli esercenti non hanno nulla di che lamentarsi e se la loro intenzione è quella di ricorrere al Tar mi chiedo quanti ricorsi dovrebbero presentare i residenti del centro storico per non essere mai stati chiamati a consulto su norme fatte apposta per il commercio». É una difesa ad oltranza del provvedimento quella di chi rappresenta i diritti dei residenti del centro. Anche se, incalza la Di Capua, «a nessuno piacciono i divieti e nessuno pensa di militarizzare una città come Roma. Ma se questi divieti possono servire a limitare un fenomeno come l'abuso di alcol tra minori, allora non vedo proprio come gli esercenti possano dirsi contrari, tanto più che in questo modo dimostrano una scarsa sensibilità alle problematiche sociali e poca considerazione del lavoro di controllo e repressione che con grande difficoltà stanno svolgendo le forze dell'ordine sul territorio». Piuttosto, «non ho sentito esprimere altrettanto disaccordo dei commercianti quando in centro piovevano licenze per aprire nuovi locali». Perché, si chiede la Di Capua, «non chiedere, ad esempio, maggiore rigore nel controllo delle licenze oppure più verifiche delle Asl sull'igiene dei locali?». L'ordinanza è dunque necessaria, secondo la presidente degli abitanti del centro storico e anzi «dovrebbe essere resa permanente almeno fino a quando l'abuso di alcol o di droghe tra i giovani torni ad essere un fenomeno controllabile». Dam. Ver.

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