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segue dalla prima Dario Martini Anche se stavolta a manifestare non sono gli operai.

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Ead essere stata occupata non è un'azienda, ma l'anfiteatro più famoso del mondo. Sette vigilantes, «i più coraggiosi», in rappresentanza degli altri trecento colleghi che li incitano dalla strada, si sono rinchiusi in una loggia nell'ultimo anello del Colosseo. Massimo, Daniele, Giorgio, Ambrogio, Orfeo, Angelo e Sergio, «i sette gladiatori dell'Urbe», hanno deciso un gesto eclatante per chiedere alle istituzioni di venire loro in soccorso e creare un'alternativa alla nuova società privata che ha riassorbito i 943 vigilantes dell'istituto. La maggior parte ha accettato il passaggio alla nuova società. Ma trecento di loro si sono opposti e adesso chiedono di mantere gli stessi diritti che avevano quando erano dipendenti pubblici. L'Istituto di vigilanza dell'Urbe, infatti, è legato all'associazione nazionale combattenti e reduci (Ancr) che è un ente morale di cui fanno parte le guardie giurate. La federazione romana dell'Ancr aveva 60 milioni di debiti. Con una sentenza del Tribunale fallimentare è stata scorporata e commissariata. Dopo 18 mesi è stata acquistata da una cordata privata che ha creato una nuova società, l'Istituto di vigilanza spa. I trecento «rivoltosi» non hanno accettato il passaggio proprio a questa nuova società. Per il commissario Lucio Francario «il lavoro c'è per tutti, basta andare in azienda e lo avranno. Se invece vogliono lo stipendio pubblico io non posso darglielo». Ieri mattina i trecento «dissidenti» hanno deciso di passare all'azione. Si sono presentati alla sede della nuova azienda, ma sono stati rimandati a casa. Allora sette di loro si sono «arrampicati» sul Colosseo. Alle tre del pomeriggio i sette vigilantes si sono messi in fila assieme ai turisti. Hanno pagato il biglietto e sono entrati. Alla prima occasione sono riusciti a raggiungere «il piano più alto» dell'Anfiteatro Flavio, sono entrati in una stanza con vista Colle Oppio e si sono barricati dentro. Più di duecento colleghi sono accorsi in aiuto e hanno occupato via dei Fori Imperiali. I sette hanno calato uno striscione dal Colosseo che riassume tutta la loro protesta: «Contro la precarietà». «Resteremo qui fino a che non ci sarà data una risposta - ha avvertito Giorgio, 52 anni - ci hanno tolto la dignità». Due di loro hanno avuto un attacco d'asma e un infermiere è salito a prestare soccorso. I compagni hanno mandato cibo e acqua agli occupanti con una carrucola legata ad una corda. Un grande materasso gonfiabile è stato disteso dai vigili del fuoco ai piedi del Colosseo per scongiurare qualsiasi tragedia. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri. Dopo un'ora i manifestanti hanno tolto il blocco stradale spostandosi sui marciapiedi e il traffico è ripreso. Le guardie giurate promettono che sono pronte a «restare fino a dicembre». «Ci hanno offerto un incontro in Prefettura lunedì - dice Claudio Bigioni delle Rdb - ma non ce ne andremo fino a che non sarà invalidata questa truffa. Come possiamo accettare di perdere tutti i diritti acquisiti negli anni?». La battaglia è appena iniziata. Come la prima notte asserraggliati sulla sommità del Colosseo.

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