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Tor Vergata, emergenza posti letto

Reparti dell'ospedale di Tor Vergata

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I problemi non sono cambiati. Dallo scorso febbraio, quando i carabinieri dei Nas hanno fatto irruzione nei reparti e nelle sale sequestrando le cartelle cliniche, la situazione non sembra migliorata di molto. I pazienti in attesa di ricovero, al Dipartimento emergenza e accettazione del policlinico di Tor Vergata, sono costantemente tra i 30 e i 40 al giorno. Stazionano in pronto soccorso, fermi sulle barelle parcheggiate nel reparto di Osservazione breve intensiva dove potrebbero rimanere in teoria massimo 48-72 ore. In pratica stanno giorni e giorni senza riuscire a trovare posto nei reparti dell'ospedale di viale Oxford. Qualche volta, addirittura, sono i medici in prima linea a sostituirsi ai loro colleghi della degenza nell'eseguire direttamente le terapie, per permettere così agli utenti di lasciare l'ospedale. Tutto questo nonostante gli accessi nel periodo estivo siano leggermente diminuiti, passando dai picchi invernali di 150 pazienti al giorno ai 120/130 codici (tra rossi, gialli, verdi e bianchi) che si presentano al triage.   Il problema, spiegano alcuni medici, è che le patologie gravi sono rimaste le stesse come numero di accessi, sono diminuiti i codici verdi e bianchi, mentre qualche reparto ha ridotto i posti letto. Nel 2008 gli accessi totali sono stati 44.183: il 62,7 per cento sono stati codici verdi, il 19,5 per cento gialli; poco numerosi i pazienti senza patologie urgenti (11,3 per cento i codici bianchi), ancora di meno, solo l'1,9 per cento, i casi gravi (codici rossi). Dopo l'incursione dei Nas dello scorso febbraio, si è cercato di migliorare la parte logistica, ma, spiegano alcuni medici, a meno che non si decida di fare un reparto e mettere fisicamente dei letti, è difficile che la situazione cambi e le attese diminuiscano. Quello che invece si è ridotto, causa ferie estive, è il personale. Il Dea legato al policlinico della II università romana è gestito da 21 medici più il primario e da 45 infermieri circa distribuiti per 5 turni. A questi vanno aggiunti il personale ausiliario (2 per turno) e i caposala. Come personale infermieristico il numero è considerato sufficiente dagli stessi addetti ai lavori, grazie ai nuovi arrivi introdotti dagli ultimi concorsi. Per quanto riguarda i camici bianchi, invece, l'integrazione di 3–4 unità potrebbe migliorare le prestazioni della struttura. I complimenti al personale arrivano anche da internet, da un forum on line, da parte di una donna ricoverata per una colica renale: «Ho passato tre notti e quattro giorni al pronto soccorso in attesa di un posto in reparto – spiega – In questi giorni di mia permanenza in questo reparto tutti hanno dato il meglio di sé ma gli infermieri sono pochi, non ho mai potuto misurare la temperatura perché non ci sono termometri, i malati in attesa sono troppi e le pulizie non si fanno bene (i bagni soprattutto andrebbero puliti più volte al giorno cosa che non avviene)». «Non so se sia sempre così lì dentro – aggiunge – ma in quei giorni i pazienti erano tanti, troppi per stare tutti parcheggiati ovunque anche in corridoio dove ci sono molte patologie».

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