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Raid nel locale dei bengalesi

carabinieri

Un ferito a schiena e polmone. Tre fermi. C'è anche un dodicenne

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I cattivi andavano dai 12 anni alla quarantina, già identificati e ora in stato di fermo per tentato omicidio (tranne il minore, non imputabile). L'altro ieri pomeriggio in quattro (38, 19, 18 e 12 anni) sono entrati nel negozio (un titolare era in bagno) e avrebbero accoltellato due volte alla schiena e una al polmone Abdul Lotif, bengalese di 23 anni, commesso da «Mollah alimentari», ricoverato in prognosi riservata al policlinico di Tor Vergata dove i medici gli hanno salvato la pelle. Poi il quartetto è fuggito e il ragazzo è uscito in strada grondando sangue e accasciandosi davanti al bar di via Ravanusa. Il movente? Ne circolano due. Il primo: lo straniero avrebbe fatto richieste oscene a una ragazzina di 13 anni, figlia del più grande della spedizione punitiva, entrata in frutteria con un'amica di 35. Il secondo: le due avrebbero sottratto merce dai banchi chiedendo addirittura al bengalese di dare loro dei soldi. I carabinieri accerteranno quello reale. Intanto, sulla dinamica pare che non ci siano grandi dubbi. Il fattaccio è successo mercoledì intorno alle 17,30 nel locale in via di Villabate che appunto prende il dai fratelli Mollah, da 4 mesi titolari del negozio e da trenta giorni datori di lavoro del bengalese ferito. I carabinieri hanno lavorato una notte e un giorno interi prima di rimettere insieme fatti e presunti responsabili dell'aggressione. Si sono mossi i militari della stazione di Tor Bella Monaca, della Compagnia di Frascati del maggiore Palazzotto, e i segugi del Nucleo investigativo coordinati dal colonnello del Gruppo Frascati Leonardo De Paola. E alla fine, almeno in questa prima fase, avrebbero chiuso il cerchio. Sotto choc i testimoni. Parla Mollah senior: «Abdul è un bravo ragazzo, non ha mai creato problemi». Concordi i gestori del bar: «È una persona silenziosa che non da fastidio a nessuno». Una residente: «Mi sono affacciata dalla finestra. A quel punto ho visto un ragazzo per terra in un lago di sangue». Riflette una ragazza: «La cosa assurda è che qui tutti hanno paura e non hanno mosso un dito finché non sono arrivati i soccorsi». I serata ial commento del sindaco Alemanno: «Vergognosa aggressione, serve adeguata punizione dei responsabili».

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