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Sconosciuto da incubo: l'ha seguita per 12 mesi

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.L'ha ossessionata per dodici mesi fino l'altro giorno, nel parco di Tor Carbone, dove è stato arrestato. L'ha pedinata sulla metro, fino al lavoro, all'andata e al ritorno. Ha scritto per lei centinaia di pagine con messaggi farneticanti e ossessivi: li ha messi nella cassetta delle lettere e addirittura li ha infilati nella sua borsa mentre era sui mezzi pubblici. Lei era la sua fantastica idea fissa, lui un incubo che non finiva mai. Gli investigatori del Compartimento della polizia ferroviaria del Lazio, diretto da Carlo Casini, lo hanno arrestato per stalking vicino alla clinica privata dove la donna di 20 da tempo lavora come infermiera. Lui si chiama Valerio Ventura, 40 anni. Abita coi genitori anziani in via Torraccio di Torrenova. Non lavora. Il fratello se n'è andato a vivere per conto suo, lontano da Roma. Valerio ha pochi capelli, il volto grande, è alto oltre 1 metro e 70 centimetri, è robusto. Per un attimo gli investigatori hanno pensato di trovarsi di fronte allo stupratore seriale che da aprile, a Tor Carbone, ha commesso due violenze sessuali e diverse tentate aggressioni. Ma non è lui. La storia di Valerio Ventura comincia dodici mesi fa sulle metropolitana, quando vede la giovane infermiera. «Sono andato in tilt», scrive in uno dei suoi tanti messaggi. La segue senza sosta. Quando lei fa il turno di mattina, lui si alza alle 4 per essere due ore dopo alla stazione Garbatella, a poca distanza da dove abita l'infermiera. Le prime volte lui la guarda a distanza. Col passar del tempo, però, si avvicina sempre di più, fino quasi a starle di fronte quando lei è seduta sulla metro. Lei lo filma col telefonino. L'infermiera prova a cambiare strada, mezzi. Ma lui è sempre lì. Una volta glielo dice: «Hai provato a depistarmi eh». La ragazza comincia ad aver paura. Ne parla coi colleghi. Qualcuno affronta lo sconosciuto, lo avverte: «Lasciala stare». Ma lui insiste. Scrive in caratteri giganti, a stampatello. «Non ce la faccio più, perché non mi parli. Mi hai stregato. Non sono un maniaco». Quando lei lavora lui va in chiesa, oppure si siede nel parco. Ultimamente voleva partecipare a un corso per mediatore familiare organizzato da una società sulla via Cristoforo Colombo. Sei giorni fa la ragazza raggiunge il limite. Al terminal Ostiense si presenta negli uffici Polfer e lo denuncia. Si mette al lavoro la squadra giudiziaria coordinata da Massimo Bruno. Gli agenti pedinano il molestatore, lo controllano. L'altro il blitz: Valerio Ventura è nei giardini di Tor Carbone, aspetta l'infermiera. Quando la vede si alza, le va incontro, l'avvicina e la prende per un braccio. Cosa che fanno anche gli agenti Polfer. Lui sul volto e sulle braccia ha delle piccole ferite. Tempo fa dava la caccia anche a una ucraina. Il marito però lo ha fermato dandogli il suo avvertimento: gli ha spento le sigarette sulla pelle.

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