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A San Basilio spacciatori e baby-vedette

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FrancescaMariani Utilizzavano delle «vedette», pagate 50 euro al giorno, che in motorino giravano nel quartiere controllando e segnalando con il clacson o fischiando l'eventuale arrivo delle forze dell'ordine, spacciavano spesso vicino a fuochi accesi per liberarsi della «roba» in caso di necessità e in alcune strade, come via Mechelli e via Gigliotti, i loro clienti si mettevano in fila con le auto per fare acquisti. Sono alcuni dei dettagli emersi dalla vasta operazione anticrimine condotta dalla Squadra Mobile, diretta da Vittorio Rizzi, nel quartiere San Basilio, volta a contrastare il fenomeno dello spaccio di droga e che ha portato all'arresto flagranza 13 giovani pusher, tra i 20 e i 30 anni, tutti italiani e quasi tutti pregiudicati. L'attività ha coinvolto le unità cinofile, nonché personale in borghese della Squadra Mobile e del Commissariato della polizia di Stato di zona. Durante l'operazione, i cani antidroga hanno trovato nascoste dosi di stupefacenti anche dietro le plafoniere dei citofoni e una pistola in un negozio chiuso in cui c'erano tracce di sostanze stupefacenti, che è stata sequestrata. «Gli acquirenti, anche loro di giovane età, venivano da tutta Roma - ha spiegato il capo della Squadra Mobile insieme al vicequestore aggiunto Giacinto Domenico Profazio e al commissario capo Tommaso Miglio - San Basilio è una zona in cui esiste uno spaccio massiccio e questa attività di contrasto è volta a disarticolarla. Lo spaccio a Roma come in tutta Italia segue le richieste del mercato, quindi anche a San Basilio si spacciava sia cocaina, sia eroina sia hashish. In particolare per la cocaina era stata introdotto il "terzino" e veniva venduta intorno ai 40 euro a grammo». L'organizzazione era capillare: ognuno aveva un ruolo, c'erano i pusher e c'erano le vedette, giovani incensurati che stavano attenti se per il quartiere giravano forze dell'ordine. Il quartiere era ormai territorio «monopolizzato» dalla banda di italiani che spacciavano senza timori per le strade della zona. Lo scambio delle dosi con gli acquirenti, hanno accertato e filmato gli investigatori della mobile, avveniva con segni convenzionali. Generalmente il pusher stava accanto a un piccolo fuoco, una sorta di braciere che serviva per disfarsi eventualmente della droga se arrivava la polizia. Chi doveva comprare la droga, prevalentemente cocaina, si avvicinava allo spacciatore e lo scambio avveniva con quella che sembrava una stretta di mano. Tutte scene immortalate dalle telecamere della polizia. Lo spaccio di droga aumentava notevolmente soprattutto durante il week-end e per il cosidetto «sballo» una delle dosi più richieste era il «terzino», una dose da 30 milligrammi. Il giro di guadagno dei 13 pusher arrestati variava tra i 1.500 e 3.000 euro a settimana.

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