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C'è crisi e i romani si "impegnano"

Roma, il Monte di Pietà

È boom di clienti agli sportelli del Monte di Pietà di Campo de' Fiori

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{{IMG_SX}}La crisi incalza. Le famiglie stringono la cinghia e molti ricorrono al metodo più antico, e spesso più doloroso, per rimediare liquidi: impegnare oggetti di famiglia, magari ricordi di cari che non ci sono più, al Monte di Pietà. A Roma sempre più persone oltrepassano i battenti del palazzo vicino Campo de' Fiori. Sono circa 30.000 le concessioni di credito erogate al mese, con un trend di crescita del 5%. In numerosi casi, i cittadini che abitano nella capitale non riescono ad arrivare alla fine del mese con il proprio stipendio. E non bastano neanche le strategie messe in atto da qualche tempo, come fare la spesa negli hard discount, acquistare abiti nei mercatini dell'usato, o negli outlet. Allora, ecco che si rispolvera un'antica consuetudine: impegnare gioielli e pellicce. E il Monte dei Pegni, considerato come una vera e propria istituzione in città, ormai da decenni, ritorna prepotentemente in primo piano. In fondo, è un rimedio da non sottovalutare. È più sicuro di un prestito, per chi ha urgente bisogno di moneta contante per fare fronte a bisogni economici impellenti. Cosa occorre fare per impegnare un gioiello e ricavarne un utile in denaro? Quali documenti è necessario presentare? Innanzitutto ci si deve recare presso la sede, situata nel cuore del centro storico, in piazza del Monte di Pietà. Arrivati a destinazione, si opta per la meta preferita secondo i propri bisogni: a piano terra si impegnano le pellicce e l'argenteria. Al primo piano i gioielli. Se si decide di impegnare i tesori di famiglia, si prende il numero e si attende pazientemente il proprio turno, in una grande sala d'attesa, con tanto di seggioline. Il silenzio è d'ordine, come anche la discrezione. Arrivato il momento, ci si reca allo sportello, muniti di carta d'identità e di codice fiscale. Qui, un attento ed esperto impiegato, valuterà con attenzione i propri beni. Gli oggetti vengono stimati a peso e deposti sull'apposita bilancina; non conta quanto sia lavorato o cesellato il gioiello, oppure quanto sia antico. La condizione che sulla stima non incidano questo tipo di variabili, più di una volta ha demoralizzato gli utenti. Una volta effettuata tale stima degli oggetti, viene emessa la polizza. Che può essere a tre o a sei mesi, rinnovabile. I preziosi che non verranno riscattati a tempo debito saranno messi all'asta, o presso la sala situata al Monte dei Pegni, oppure in via del Corso, a Palazzo De Carolis. C'è anche chi si scoraggia a causa della lunga fila, o magari perché ha dimenticato il codice fiscale, e torna indietro, sconsolato. A quel punto, può venire immediatamente contattato da uno dei tanti sensali, presenti, in incognito. Saranno questi ultimi a proporre l'affare. Per informazioni, c'è il sito: www.assopegni.it.

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