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Psoriasi, primato nel Lazio Il 4,5 per cento si ammala

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Bracciae gambe scoperte per andare incontro all'estate. Una buona notizia per tutti ma non per i malati di psoriasi, la malattia della pelle più diagnosticata dai dermatologi. Una malattia che segna il corpo ma ancora di più l'anima. Perché i segni della psoriasi sono immediatamente visibili e, il più delle volte, suscitano in chi li guarda disagio. E per chi li porta significa l'anticamera della depressione». Lo rende noto Argon Media. «Ecco perché l'arrivo della primavera è spesso per gli psoriasici una pessima notizia - prosegue la nota - Non ci si può più nascondere agli occhi della gente. Il Lazio ha un triste primato: è la regione - insieme ad Abruzzo e Molise - con la più alta incidenza della malattia che colpisce circa il 4,5 per cento della popolazione, soprattutto giovani adulti nel pieno della loro attività lavorativa e affettiva. Si stima che più di 2 milioni e mezzo di italiani siano colpiti da questa malattia. Eppure la psoriasi si può tenere sotto controllo. Le terapie ci sono e danno ottimi risultati. Come quella maggiormente utilizzata, la ciclosporina, terapia sistemica di prima scelta: la facilità di impiego, l'indubbia efficacia e rapidità di azione, la possibilità di personalizzare il trattamento e l'ampia e consolidata esperienza clinica rappresentano i punti di forza di questo trattamento. Sono stati questi i temi al centro di un Convegno che si è tenuto a La Sapienza II Facoltà - Azienda Ospedaliera Sant'Andrea su «La terapia delle malattie autoimmuni gravi» organizzato dall'Associazione malattie autoimmuni. «È proprio con l'arrivo della bella stagione, che per i malati rappresenta dal punto di vista psicologico un vero dramma - ha spiegato Antonio Garcovich, associato di dermatologia presso la clinica dermatologica dell'università Cattolica - che si deve parlare della psoriasi ma soprattutto della possibilità di tenere sotto controllo la malattia grazie a terapie efficaci. È un aiuto fondamentale per i pazienti che, nella grande maggioranza dei casi si sentono soli, rifiutati, emarginati. «La psoriasi - prosegue Garcovich - è una malattia cutanea infiammatoria cronica a genesi multifattoriale con interazione di fattori genetici ed ambientali. La predisposizione genetica è implicata nei casi con familiarità (30% dei casi) e riconosce il contributo di numerosi geni. I fattori di rischio ambientali in grado di scatenare psoriasi o aggravarla sono numerosi tra i quali ricordiamo gli eventi stressanti di tipo psicologico e fisico, le faringiti causate da Streptococcus pyogenes di gruppo A, traumi fisici ripetuti, il fumo di sigaretta, alcuni farmaci (litio e interferone), l'incremento dell'indice di massa corporea (obesità). La psoriasi colpisce tutte le età senza preferenza di sesso. Si riconosce una forma giovanile, con predisposizione genetica familiare che insorge nelle prime decadi di vita e presenta un andamento più aggressivo, ed una forma che insorge in età adulta o avanzata, senza familiarità, con evoluzione di solito più favorevole». R.C.

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